17 novembre 2020

Si riparla dell'uomo ombra (W. S. Van Dyke, 1939)

Si riparla dell'uomo ombra (Another thin man)
di W. S. Van Dyke – USA 1939
con William Powell, Myrna Loy
**1/2

Visto in divx.

Ora genitori di un bambino di un anno (chiamato "Junior" in inglese e semplicemente "il bambino" in italiano), Nick e Nora Charles vengono invitati nella villa di campagna del colonnello MacFay (C. Aubrey Smith), amministratore del patrimonio di Nora, che chiede a Nick di aiutarlo perché è stato minacciato di morte da un suo ex dipendente, l'esule cubano Pablo (Sheldon Leonard), finito in prigione per causa sua. In effetti il colonnello viene ritrovato morto la notte seguente: ma è stato davvero l'ambiguo Pablo a ucciderlo? La terza pellicola della fortunata serie cinematografica ispirata ai personaggi di Dashiell Hammett (la sceneggiatura di Frances Goodrich e Albert Hackett, come nei casi precedenti, si basa su un racconto dello scrittore, "The Farewell Murder") è un altro giallo sofisticato e dalla soluzione imprevedibile, pieno di personaggi variopinti e di false tracce. Il ménage coniugale di Nick e Nora (arricchito adesso non solo dal cagnolino Asta ma anche dal figlioletto) continua a dare spessore e vivacità al formato, colorando di commedia una trama poliziesca che, per quanto complicata e un po' confusa, lascia decisamente soddisfatti. E William Powell e Myrna Loy esibiscono ancora un'intesa perfetta (impagabili le scene nel locale di ballo caraibico), anche quando battibeccano o bevono la solita quantità spropositata di alcolici. Nel cast Virginia Grey (Lisa/Lois, la figlia adottiva del colonnello), Patric Knowles, Tom Neal, Otto Kruger, Ruth Hussey, Phyllis Gordon, Nat Pendleton e Don Costello. Diverse le stranezze nel doppiaggio italiano, imputabili al fatto che si tratta di uno di quei film che furono doppiati direttamente negli Stati Uniti, durante la guerra mondiale, da un gruppo di attori italo-americani. Così si spiega forse la pronuncia insolita di alcune parole, il cambio dei nomi di molti personaggi e la trasformazione in "cubani" di alcuni che nell'originale non lo erano affatto (Pablo, per esempio, si chiamava Phil).

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