25 novembre 2020

La strada (Karl Grune, 1923)

La strada (Die Straße)
di Karl Grune – Germania 1923
con Eugen Klöpfer, Aud Egede-Nissen
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Visto su YouTube.

Attratto dai divertimenti e dalle promesse tentatrici della città notturna, un uomo esce di casa – mentre la moglie gli stava preparando la cena! – e si avventura nella strada affollata di persone, automobili e carrozze. Verrà abbordato da una prostituta, portato a ballare in un locale notturno, "spennato" in una partita a carte e persino coinvolto in un delitto, salvandosi dall'accusa di omicidio solo perché il vero assassino sarà tradito dal suo figlioletto. Infine, al termine di una notte tempestosa, alle prime luci dell'alba farà ritorno, pentito, al focolare domestico. Appartenente alla corrente dell'espressionismo tedesco (anche se le scenografie sono più realistiche), questo film muto – caratterizzato visivamente dall'uso marcato di luci e ombre, sovrimpressioni (la donna con la faccia da teschio che si ispira forse a "Von morgens bis mitternachts" di Karlheinz Martin, l'immagine della moglie che il protagonista vede attraverso la fede nuziale) ed effetti ottici (l'inquadratura della sala da ballo che rotea, a simulare l'euforia dell'osservatore) – è il capostipite di un piccolo filone cinematografico, i cosiddetti "Straßenfilme" ("Film della strada"), prodotti nella Repubblica di Weimar negli anni venti, che avevano come filo conduttore proprio le disavventure di esponenti della piccola e media borghesia attratti dalle tentazioni della grande città, dalla vita notturna e peccaminosa e dalla modernità, "pericoli istintivi al di fuori della loro casa sicura", che affrontavano "con fascino, ma anche paura". Da notare le insegne luminose e serpeggianti (il serpente è ovviamente simbolo di tentazione) che invitano a entrare nei locali di ballo, nonché il cartello dell'optometrista con un paio di occhi che si accendono e si spengono, e che sembrano scrutare il protagonista, mettendolo a disagio, come se la strada stessa fosse "viva" e lo osservasse. Eugen Klöpfer è l'impacciato protagonista, che gira sempre comicamente con l'ombrello come a volersi proteggere dalla tempesta che sta per investirlo. Lucie Höflich è la moglie, Aud Egede-Nissen la prostituta, Anton Edthofer il ruffiano (forse suo marito?), Leonhard Haskel il gentiluomo di provincia (a sua volta preso di mira dai criminali), Max Schreck ("Nosferatu"!) il vecchio cieco, la cui storia sembra inizialmente sembra slegata da quella principale, ma che l'incrocerà quando si scoprirà che il nipotino che gli fa da guida è il figlio della prostituta. Di nessuno dei personaggi viene detto il nome (il film ha pochissimi cartelli), come a renderli universali.

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