22 novembre 2020

Sei donne per l'assassino (Mario Bava, 1964)

Sei donne per l'assassino
di Mario Bava – Italia 1964
con Eva Bartok, Cameron Mitchell
**1/2

Visto in TV.

Un misterioso assassino dal volto mascherato uccide in maniera efferata, una dopo l'altra, alcune indossatrici e modelle che lavorano nell'elegante sartoria della contessa Cristiana (Eva Bartok). Chi è, e quali sono le sue motivazioni? Un giallo-nero a tinte forti, impreziosito dalle scenografie barocche, dalla fotografia colorata e dalla regia espressionista, che aggiungono inquietudine all'atmosfera (già angosciante e claustrofobica di suo) della sceneggiatura di Marcello Fondato. Considerato oggi un classico e imitato da molti, fu all'epoca un discreto shock per il cinema italiano di genere, non abituato al sadismo e alla violenza di situazioni e personaggi che peraltro stavano contemporaneamente invadendo altre forme d'arte (come il fumetto: sono gli anni in cui nascono "Diabolik" e i suoi numerosi epigoni, come "Kriminal" e "Satanik"): il suo successo contribuì a codificare le regole del giallo/thriller all'italiana (l'assassino misterioso e "senza volto", la sequenza di cruenti delitti, l'atmosfera malsana e delirante, la tensione che monta senza sosta) che verranno seguite per esempio da Dario Argento e Umberto Lenzi, ma anche quelle degli horror/slasher che si svilupperanno oltreoceano (come "Halloween" di John Carpenter e "Nightmare" di Wes Craven). Il cast è vasto e internazionale (il film fu coprodotto da Francia e Germania), senza un vero protagonista: non è tale nemmeno l'ispettore Silvestri (Thomas Reiner) che indaga sul caso (non sarà infatti lui a risolverlo). Fra le vittime dell'assassino ci sono Francesca Ungaro (Isabella), Arianna Gorini (Nicole), Mary Arden (Peggy), Lea Krüger (Greta) e Claude Dantes (Tao-Li). Fra i sospettati, invece, Cameron Mitchell (Massimo Morlacchi, l'amante della contessa), Dante Di Paolo (l'antiquario cocainomane Franco Scalo), Massimo Righi (l'epilettico Marco), Franco Rousell (il marchese Riccardo), Luciano Pigozzi (l'ambiguo Cesare). Memorabili anche i titoli di testa, girati fra angoscianti ombre e manichini. Le musiche sono di Carlo Rustichelli.

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