13 novembre 2020

Ghostbusters (Ivan Reitman, 1984)

Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghostbusters)
di Ivan Reitman – USA 1984
con Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis
***

Rivisto in TV, con Sabrina.

Cacciati dall'università, tre eccentrici ricercatori – Peter Venkman (Murray), Raymond Stantz (Aykroyd) ed Egon Spengler (Ramis) – decidono di mettere in pratica i propri studi sul paranormale trasformandosi in cacciatori professionisti di fantasmi ("Ghostbusters", appunto, chiamati nel doppiaggio italiano sempre "Acchiappafantasmi"). Il momento non potrebbe essere più propizio, visto che le strade e gli edifici di New York sembrano traboccare di ectoplasmi e presenze spiritiche: la colpa è di "Gozer il gozeriano", antica divinità sumera che sta progettando il proprio ritorno sulla Terra... Da un'idea originale di Dan Aykroyd (ispirata al cartoon Disney "Topolino e i fantasmi" del 1937 e ai film comici sul paranormale con Bob Hope e Abbott & Costello degli anni '40 e '50), che avrebbe voluto interpretarla con l'amico John Belushi e che, dopo la morte di quest'ultimo, riscrisse la sceneggiatura insieme ad Harold Ramis, una commedia entrata nella storia del cinema fantastico e diventata un fenomeno culturale per il suo indovinato mix di ironia, leggerezza e understatement e per aver completamente rinnovato un genere popolare, dando vita ai blockbuster horror-comici e aprendo la strada a numerosi epigoni. I quattro acchiappafantasmi (al trio succitato si aggiungerà infatti il nero Winston Zeddemore (Ernie Hudson), personaggio che era stato pensato per Eddie Murphy ma che sembra francamente superfluo e aggiunto solo per adempire alla "quota minoranze") agiscono più come pompieri (d'altronde la loro sede è una stazione in disuso dei vigili del fuoco) o disinfestatori (con tanto di veicolo ed equipaggiamento apposito, nonché sede ufficiale e spot pubblicitari) che come "tradizionali" indagatori del paranormale, sfruttando attrezzature basate sulla scienza (in particolare la fisica nucleare: memorabili gli "invertitori protonici" e le trappole) anziché formule magiche o rituali esoterici. Il contrasto fra il realismo del contesto (quasi una banalità del quotidiano) e la natura magica, demoniaca o fantastica delle minacce non potrebbe essere più stridente. Un esempio è proprio Gozer il distruggitore: la sua forma finale (che non è l'uomo Michelin, come molti spettatori italiani hanno pensato, anche se ad esso effettivamente si ispira) viene preannunciata da svariate inquadrature della pubblicità dei marshmallow (le famigerate "toffolette" delle strisce dei Peanuts, descritte impropriamente come "gnocchi di lichene" nei dialoghi), con tanto di nome o marchio fittizio "Stay Puft". Le scene in cui il gigantesco personaggio cammina e semina il panico per le strade di New York sembrano peraltro ispirate ai classici film di mostri come "Godzilla".

Al successo del film hanno contribuito le ottime prove attoriali, in parte improvvisate (su tutte quella di Bill Murray, che dà vita a un personaggio perennemente disincantato e sarcastico; ma i tre protagonisti si divisero i ruoli a seconda del carattere dei personaggi: Venkman, con la sua parlantina e la battuta sempre pronta, è il frontman o il "venditore" del gruppo; Raymond è il tecnico mani-in-pasta, nonché il più ingenuo, idealista ed entusiasta dei tre; Egon, infine, è il teorico, l'intellettuale che si basa stoicamente sui fatti), con un cast che comprende una Sigourney Weaver bella come non mai in un raro – per lei – ruolo da commedia (Dana Barrett, musicista che abita nell'edificio dove si manifesta Gozer, nonché prima cliente dell'agenzia dei nostri eroi), Rick Moranis (Louis Tully, il suo buffo e inetto vicino di casa: i due vengono "posseduti" dai lacché demoniaci della divinità sumera, trasformandosi negli strumenti del suo ritorno, rispettivamente il "Guardia di porta" e il "Mastro di chiavi"), Annie Potts (Janine, la segretaria) e William Atherton (Walter Peck, l'ottuso agente per la protezione ambientale). David Margulies è il sindaco di New York, la modella androgina Slavitza Jovan interpreta Gozer nella forma originale, Michael Ensign il manager dell'hotel, Alice Drummond la bibliotecaria (cito anche questi perché, pur apparendo soltanto in poche scene, lasciano un forte ricordo nello spettatore). E naturalmente ci sono i personaggi realizzati attraverso gli effetti speciali, su tutti l'ingordo e dispettoso fantasmino verde Slimer (che diventerà una mascotte ricorrente nella serie animata che sarà tratta dal film) e i due cani-gargoyle demoniaci al servizio di Gozer. A divertire è anche la scoppiettante sceneggiatura, piena di frasi e battute da "citare" a memoria (è uno dei film più ricchi in assoluto da questo punto di vista, grazie anche a un ottimo lavoro di adattamento e doppiaggio nella versione italiana), come "Non incrociare i flussi. Sarebbe male", "Faccio sempre confusione tra il bene e il male", "Mi ha smerdato" ("He slimed me", in originale), "Venimmo, vedemmo, e lo inculammo!", "Ben arguito, ma errato", "Chiamalo fato, chiamala fortuna...", "Ma questa è la fiera del precotto!", "Abbiamo un problema in comune: lei", "Digli del plum cake", "Colleziono spore, muffe e funghi", "Ok, chi ha portato il cane?", "Un deficiente ha portato un coguaro a una festa, e si è inferocito", e persino le frasi di Gozer come "Sei tu un dio?" e "Scegliete e perite" sono memorabili.

L'ampio e dispendioso uso di effetti speciali, anche digitali (oltre a modellini e pupazzi), fu una novità per una commedia, genere all'epoca non associato ai blockbuster hollywoodiani: vennero realizzati da diversi studi, coordinati da Richard Edlund. L'aspetto di Slimer (un omaggio postumo a John Belushi) fu creato da Steve Johnson, mentre Randy Cook si occupò dei due cani demoniaci Zuul e Vinz, animati in stop motion. A parte le scene girate in studio a Hollywood, molte riprese furono effettuate direttamente in luoghi più o meno celebri di New York, come la biblioteca pubblica, il municipio, il Lincoln Center e Columbus Circle. La sede dei Ghostbusters è nel quartiere Tribeca, mentre l'edificio di Gozer si trova in Central Park West. Il logo del film con il fantasmino nel segnale di divieto, riconoscibilissimo, fu disegnato dall'art director Michael C. Gross e fece la fortuna del merchandising associato (si tratta di uno dei primi esempi hollywoodiani, dopo "Guerre stellari", di pellicola che generò enormi profitti anche al di fuori delle sale, sotto forma di giocattoli o altri prodotti). La colonna sonora è di Elmer Bernstein, ma ad essere rimasta celebre è la canzone "Ghostbusters" di Ray Parker Jr., una grande hit all'epoca (spudoratamente ispirata a "I Want a New Drug" di Huey Lewis and the News, che fece causa). Girato in piena era Reagan, il film ha anche una lettura "politica", con la libera impresa privata minacciata dall'ingerenza della burocrazia (in un certo senso è l'agente dell'ENPA, Peck, il vero antagonista) e in grado di salvare la situazione quando le autorità governative si dimostrano impotenti. Reitman, Murray e Ramis avevano già lavorato insieme in "Polpette" e "Stripes - Un plotone di svitati", mentre Murray e Aykroyd (così come Belushi e Murphy, che avrebbero dovuto far parte del progetto) erano apparsi ovviamente insieme nel cast del "Saturday Night Live". Il ruolo di Louis, andato poi a Moranis, era stato pensato inizialmente per John Candy. Il titolo "Ghostbusters" è coincidentalmente simile a quello di una serie televisiva del 1975, "The ghost busters", che sarà rilanciata nel 1986 in forma di cartone animato sull'onda dell'enorme successo del film. Di converso, per distinguersi da questa, la serie animata ufficiale tratta dalla pellicola si chiamerà "The real ghostbusters". Oltre a dar vita a una vera e propria franchise (anche con fumetti e videogiochi), il film avrà un sequel nel 1989 (con lo stesso cast) e uno sfortunato reboot virato al femminile nel 2016. E nel 2021, Covid permettendo, dovrebbe uscire un nuovo film diretto da Jason Reitman, figlio del regista originale.

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