3 novembre 2020

Febbre da cavallo (Steno, 1976)

Febbre da cavallo
di Steno – Italia 1976
con Gigi Proietti, Enrico Montesano
**1/2

Rivisto in TV, con Sabrina, per ricordare Gigi Proietti.

I tre amici romani Bruno detto "Mandrake" (Proietti), Armando detto "Er Pomata" (Montesano) e Felice (Francesco De Rosa) sono accaniti appassionati di ippica che bazzicano gli ippodromi di tutta Italia senza mai vincere una puntata. Quando Gabriella (Catherine Spaak), la compagna di Mandrake che gestisce un bar nel centro di Roma, gli affida una somma da scommettere su un'improbabile "tris" ("King, Soldatino e D'Artagnan") suggeritale da una cartomante, l'uomo e gli amici preferiscono giocarsela invece su un "cavallo sicuro" che naturalmente perderà. E per recuperare la mancata vincita dovranno escogitare una rocambolesca truffa (una "mandrakata") ai danni di un fantino italo-francese, sostituendolo durante una corsa: ma il piano naturalmente non riuscirà come sperato. L'intera vicenda è narrata in flashback davanti a un giudice (Adolfo Celi) che, per fortuna dei nostri amici, si rivelerà a sua volta un accanito appassionato di corse... Piccolo cult movie della commedia all'italiana, è una divertente farsa ambientata nel mondo dei fanatici dell'ippica, un microcosmo descritto con simpatia e popolato da personaggi scalcinati ed eccentrici, sempre pronti a gettare al vento i pochi quattrini che riescono a racimolare e a doversi inventare bizzarre trovate per sfuggire ai creditori. Alcune scene sono entrate nella leggenda, come lo spot ("un Carosello") che l'istrionico Mandrake – che si guadagna da vivere senza troppa fortuna come attore e modello – si ritrova a interpretare, impappinandosi in continuazione per via dell'assurdo slogan-scioglilingua ("Whisky maschio senza rischio"). Mario Carotenuto è l'avvocato De Marchis, proprietario del brocco Soldatino. Nel cast anche Gigi Ballista, Ennio Antonelli e Nikki Gentile. Passato relativamente inosservato alla sua uscita, il film ha acquistato popolarità nel corso degli anni grazie ai frequenti passaggi televisivi. Nel 2002, firmato da Carlo Vanzina, figlio del regista dell'originale, è uscito un sequel non all'altezza del prototipo, "Febbre da cavallo - La mandrakata".

2 commenti:

MikiMoz ha detto...

Cult italiano, ha il pregio di raccontare una piaga sociale in modo divertente.
Quando si riusciva a scherzare su queste cose, ma con la morale che comunque alla fine resta la miseria, pur divertente.

Moz-

Christian ha detto...

Quello di parlare della società scherzando era infatti uno dei pregi della commedia all'italiana! E pensare che questo film, nel progetto originario del produttore Roberto Infascelli (almeno così ho letto su Wikipedia) avrebbe dovuto essere un film "di denuncia sulla dipendenza dal gioco". Poi subentrò Steno e ne cambiò i toni...