21 luglio 2020

Favolacce (D. e F. D'Innocenzo, 2020)

Favolacce
di Damiano e Fabio D'Innocenzo – Italia 2020
con Elio Germano, Lino Musella
*1/2

Visto in TV, con Sabrina.

Attraverso il diario di una ragazzina, rinvenuto fra la spazzatura e lettoci dalla voce di un narratore fuori campo, seguiamo le storie di alcune famiglie della periferia a sud di Roma: storie soprattutto di bambini e adolescenti, che crescono con fatica in mezzo ad adulti ostili o indifferenti, vivono le prime esperienze sessuali, o soffrono di emarginazione o introversione. Fra coming-of-age e duro contatto con il mondo (brutto) degli adulti, quasi tutte queste storie hanno un finale tragico, da cui il titolo "favolacce". Il secondo lungometraggio dei fratelli D'Innocenzo è, come il primo ("La terra dell'abbastanza"), un duro affresco di periferia, dai toni cupi e pessimisti, con personaggi infelici e senza alcuna possibilità di redenzione. Se il precedente, però, parlava di malavita e delinquenza, questo si cala nel disagio nascosto all'interno di famiglie apparentemente normali. Peccato che i personaggi e le loro storie siano davvero poco interessanti, che gli spunti siano già visti mille volte, che la regia monotona sia incapace di stimolare l'interesse o la curiosità dello spettatore, che le prove degli attori (tutti di livello televisivo) siano piatte e stereotipate. Ma soprattutto che il sonoro in presa diretta impedisca, anche stavolta, di comprendere almeno la metà delle parole di dialoghi biascicati e funestati da una pessima dizione. Cari registi e produttori italiani, ve lo dico ancora: tornate al doppiaggio! Esagerato l'apprezzamento critico (è stato scomodato persino il Vittorio De Sica de "I bambini ci guardano", dove però il mondo degli adulti aveva ben altro spessore e quello dei bambini ne era una lente d'ingrandimento o deformante). Il film ha vinto l'Orso d'Argento a Berlino per la sceneggiatura: l'avranno visto con i sottotitoli, almeno ci hanno capito qualcosa.

2 commenti:

Jean Jacques ha detto...

E dire che a me ha entusiasmato parecchio... ^^'

Christian ha detto...

Io mi sono annoiato, ma soprattutto, come nel precedente "La terra dell'abbastanza", non sono riuscito a comprendere metà delle parole pronunciate. Sono anni che il cinema italiano è funestato da questa ricerca di "realismo" nel sonoro, abbinata spesso a una pessima dizione degli attori. Rivoglio il doppiaggio anche nei film italiani, come si faceva un tempo!