John Wick 3 (Chad Stahelski, 2019)
John Wick 3: Parabellum (John Wick: Chapter 3 - Parabellum)
di Chad Stahelski – USA 2019
con Keanu Reeves, Ian McShane
*1/2
Visto in TV.
Il terzo capitolo di quella che ormai è diventata una saga (anche se dall'inizio del primo è passata una sola settimana!) comincia esattamente dove era terminato il secondo. John Wick è stato "scomunicato" dalla Gran Tavola, l'organizzazione di killer di cui faceva parte, e con una taglia di 14 milioni di dollari sulla testa è ormai il bersaglio di tutti i suoi ex colleghi. Nel corso della sua fuga (durante la quale veniamo a sapere che probabilmente è di origine bielorussa e che il suo vero nome è Jardani Jovonovich) fa una tappa a Casablanca per incontrare Sofia (Halle Berry) e ottenere la grazia dal "reggente" Berrada (Jerome Flynn), prima di tornare a New York, dove dovrà difendere l'hotel Continental dell'amico Winston (Ian McShane) dalla furia del giapponese Zero (Mark Dacascos). Smarrita ormai la purezza del primo episodio, la sceneggiatura continua ad aggiungere alla trama una sovrastruttura tutt'altro che interessante. L'organizzazione dei killer si fa sempre più stratificata e complessa, con riti e regole via via più assurde e nuovi personaggi – come la "Giudicatrice" (Asia Kate Dillon) – che rendono la storia ancora più inconsequenziale. Tutto viene costruito per poi essere smontato poco dopo, i personaggi continuano a prendere decisioni senza senso, e nulla sembra originale o sorprendente. E se va ammesso che alcune scene d'azione sono ricche di stile, almeno a livello di scenografie e coreografie (ma con un utilizzo casuale di elementi culturali "alti" per risultare più chic: dagli arredamenti alla musica di Vivaldi, fino al titolo del film che proviene dalla frase in latino "Si vis pacem, para bellum"), è anche vero che i combattimenti sono prolungati più del dovuto, fino a sconfinare nella noia (come è il caso dello scontro finale nell'albergo). E a proposito di combattimenti e sparatorie (di fatto l'ossatura del film): alcuni sono indubbiamente interessanti (la battaglia con i coltelli nel negozio di armi), ma altri fanno smaccatamente il verso ai videogiochi sparatutto (come quello a Casablanca, che li imita anche attraverso la fotografia, le soggettive e i movimenti di macchina, e con tanto di armi o munizioni prese ai nemici uccisi). Persino Reeves pare annoiarsi e risulta meno convincente, mentre Dacascos è inutilmente pompato come nemico all'altezza di John Wick (ovviamente non lo è). Dal primo film torna, se non altro, il tema del cane da vendicare (stavolta quello di Halle Berry). Un altro cliffhanger nel finale: ci toccherà un quarto episodio. Nota di demerito per i titolisti italiani che non hanno mantenuto la coerenza con il secondo film, eliminando la parola "capitolo".
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