Tutti giù per terra (Davide Ferrario, 1997)
Tutti giù per terra
di Davide Ferrario – Italia 1997
con Valerio Mastandrea, Carlo Monni
**1/2
Visto in TV, con Sabrina.
Il ventiduenne Walter (Mastandrea), studente di filosofia fuori corso, vergine e nullafacente, vive ancora con i genitori e persegue un ideale di libertà e anarchia che nasconde l'incapacità di programmare il proprio futuro. Senza arte né parte, non sa dare una direzione alla propria vita, e disprezza sia i ricchi industriali (la storia si svolge a Torino) sia i proletari, che si tratti del padre operaio o dei commessi dei negozi. Ma dopo svariate disavventure universitarie e sentimentali, nonché un anno trascorso a svolgere il servizio civile presso una cooperativa che fornisce assistenza agli abitanti dei campi nomadi (leggi: a fare inutili fotocopie), sarà costretto a cercare lavoro. Da un romanzo di Giuseppe Culicchia (sceneggiato dal regista), un gradevole – ma innocuo – ritratto più individuale che generazionale (come forse ambiva ad essere) su un personaggio che fa dell'ignavia e della totale assenza di impegno sociale, politico o esistenziale la sua chiave di vita. Nella sua improduttiva ribellione al sistema, Walter finisce per l'esserne vittima e si lascia trascinare dagli eventi senza concludere mai nulla di buono sul piano personale. La cifra astratta, surreale e disillusa della pellicola, comunque, ha una sua ragion d'essere, e ci sono pochi dubbi sul fatto che molti ventenni dell'epoca fossero davvero così. Dialogo cult: "Mi sono iscritto al partito." "Quale?" "Non scherzare". Attorno al simpatico Mastandrea appaiono Carlo Monni (il padre), Adriana Rinaldi (la madre), Caterina Caselli (la zia eccentrica, l'unica con cui Walter stringe una sorta di rapporto), Gianluca Gobbi (l'amico poeta-filosofo) e Anita Caprioli (Beatrice). In piccole parti, inoltre, si riconoscono – fra gli altri – Luciana Littizzetto (l'impiegata alle poste), Vladimir Luxuria (il trans con cui si intrattiene il padre), e i membri del gruppo CSI, ex CCCP (la commissione d'esame), che forniscono anche le molte canzoni che punteggiano la colonna sonora. Ferrario ambienterà a Torino anche altri film successivi, in particolare il più compiuto "Dopo mezzanotte".
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