3 giugno 2020

Storia di un fantasma (D. Lowery, 2017)

Storia di un fantasma (A Ghost Story)
di David Lowery – USA 2017
con Casey Affleck, Rooney Mara
***

Visto in TV.

Dopo la sua morte in un incidente stradale, un uomo (Affleck) torna sotto forma di fantasma nella casa in cui viveva con la moglie (Mara). Rimasto legato a quel luogo, vedrà scorrere il tempo attorno a sé (in un senso e nell'altro!), mentre gli inquilini cambiano e le trasformazioni si succedono. Una ghost story straordinaria e originale: non una pellicola horror ma esistenziale, soprannaturale e romantica (e giusto un po' pretenziosa), non "una storia di fantasmi" ma la storia, appunto, "di un fantasma", una sorta di moderno "Il fantasma e la signora Muir" con echi del cinema di Malick (senza però le sovrastrutture religiose) e del filippino Lav Diaz (senza le sue durate fluviali). Rappresentato nel modo più semplice e apparentemente ingenuo possibile, ovvero con il classico lenzuolo con i buchi per gli occhi (ma l'aspetto è irrilevante, dato che non può essere visto da nessuno), che però contribuisce al fascino del film, il fantasma non parla e (a parte qualche fenomeno di poltergeist) non interagisce con gli esseri umani o l'ambiente circostante, limitandosi a osservare in silenzio. Ne scaturisce una riflessione poetica sull'amore, la perdita, la solitudine, l'eternità e l'elaborazione del lutto, che lancia spunti sui temi del tempo (con continui "scarti" cronologici, quasi istantanei, nella coscienza dello spirito) e della memoria (l'incontro con un altro fantasma che ha ormai "dimenticato" chi sta aspettando). In mezzo, momenti di tenerezza e tante scene suggestive, da quella lentissima e struggente della Mara che piange mentre mangia una torta al cioccolato (reminiscente, forse, dello Tsai Ming-Liang di "Vive l'amour") a quella dell'uomo (il cantautore Will Oldham) che "filosofeggia" sulla morte, il destino, l'umanità, l'arte e la civiltà, dalla distruzione della casa a opera di un bulldozer al triste destino di un'antica famiglia di coloni. Girato in un claustrofobico 4:3 e a basso budget, con un quadro dai bordi smussati come se fossimo di fronte a un filmino amatoriale, il film riesce in più modi a commuovere e colpire nel profondo. Casey Affleck e Rooney Mara avevano già recitato per Lowery in "Senza santi in paradiso".

3 commenti:

In The Mood For Cinema ha detto...

Non ho visto Senza Santi in Paradiso, quasi quasi...
Comunque a me è piaciuto talmente tanto da averlo già visto tre volte.
La scena dell'"incontro" con l'altro fantasma ce l'ho ancora impressa negli occhi, così come il finale potentissimo e subitaneo e il pianosequenza della torta ovviamente.

Babol ha detto...

L'avevo visto anni fa, ritrovandomi in lacrime come una scema. Bellissimo film, pura poesia.

Christian ha detto...

Io l'ho visto adesso per la prima volta, ma in effetti mi immagino a riguardarlo altre volte in futuro. In un certo senso, è un film che rasserena, molto contemplativo e poetico.