Venezia e Locarno 2019 - conclusioni
Cosa ci rimarrà di questa edizione della rassegna? Forse ben poco. Intanto, come purtroppo capita da qualche anno, non c'è stato nessun vero capolavoro. Quello che ci è andato piu vicino è stato "Atlantis" dell'ucraino Valentyn Vasyanovych, seguito – nella mia personale classifica – da "Ema" di Pablo Larraín, "All this victory" di Ahmad Gossein e "Les enfants d'Isadora" di Damien Manivel. Nella media il resto, con poche sorprese e qualche delusione. I film peggiori sono stati il giapponese "A girl missing" e il cinese "Saturday fiction". Fra i temi ricorrenti delle pellicole viste, come l'anno scorso, spicca l'ispirazione alla realtà: tanti i lavori che portavano sul grande schermo storie veramente accadute, in chiave di ricostruzione storica o di docu-fiction ("Adults in the room", "Camille", "C'era una volta a... Hollywood", "Les enfants d'Isadora"), e in particolare occupandosi di guerre più o meno attuali ("All this victory", "Atlantis", "Nafi's father", "Saturday fiction") o di emergenze umanitarie (compresa la crisi del lavoro, vista in "Gloria mundi").
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