Adults in the room (Costa-Gavras, 2019)
Adults in the room
di Costa-Gavras – Grecia/Francia 2019
con Christos Loulis, Alexandros Bourdoumis
**1/2
Visto al cinema Anteo, con Sabrina, in originale con sottotitoli (rassegna di Venezia).
Un resoconto dei primi sei mesi del governo Tsipras in Grecia (da gennaio a luglio 2015), raccontati in una docu-fiction che si concentra soprattutto sulla figura del combattivo ministro delle finanze Yanis Varoufakis (Christos Loulis) e sulle sue estenuanti trattative con i suoi omologhi europei, i membri dell'Eurogruppo e le istituzioni economiche del Vecchio Continente (la cosiddetta "Troika": Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale), nel tentativo di rinegoziare il debito ellenico e uscire dall'austerità. Comincia con la sera delle elezioni e termina con le dimissioni del ministro dopo che Tsipras accettò di firmare il memorandum d'intesa con l'Europa messo a punto dal precedente governo, nonostante il popolo greco avesse manifestato la propria opposizione con un referendum. Ma la parte principale del film illustra le negoziazioni, le trattative e gli scontri dialettici che avvengono all'interno delle stanze segrete dell'Eurogruppo, mostrando con sarcasmo e cinismo tutto il lato "nascosto" della politica, dove le dichiarazioni in privato contraddicono totalmente quelle in pubblico, dove gruppi di alleanze e di rivalità si formano e si disfano dietro le quinte, dove si dibatte per ore (se non per giorni) su una singola parola o un particolare aggettivo da inserire in un comunicato ufficiale, dove smuovere qualcuno dai propri principi ideologici sembra impossibile, dove le esigenze reali delle persone e dei popoli perdono di significato rispetto a teorie economiche senza base concreta. E nel finale, la pellicola si fa surreale con il "balletto" che viene imposto a Tsipras dai suoi colleghi: adeguarsi o morire. Era difficile rendere appetibile o accattivante un argomento di questo tipo: c'era riuscito Adam McKay con "La grande scommessa", e tutto sommato ci riesce anche Costa-Gavras (anche se in questo caso, più che di economia, si parla di politica, e più specificatamente dell'arte della contrattazione), sfornando un political thriller coinvolgente e moderno, sia pure dalla struttura un po' ripetitiva al suo interno. La regia si sofferma soprattutto sulle grandi stanze, gli enormi palazzi, i corridoi vuoti, dentro i quali si decidono le sorti dell'Europa e di popoli che spesso non hanno alcuna voce in capitolo. Il film è tratto da un libro dello stesso Varoufakis ("Adulti nella stanza. La mia battaglia contro l'establishment dell'Europa"), il cui cognome non è peraltro mai pronunciato durante la pellicola, così come quello di quasi tutti i personaggi, che vengono chiamati soltanto per nome. Compreso il "cattivo", Wolfgang (Ulrich Tukur), che naturalmente è tedesco: si trattava del ministro Wolfgang Schäuble. Alexandros Bourdoumis è Alexis Tsipras. Particina per Valeria Golino (la moglie di Varoufakis). Il titolo proviene da una frase detta da Christine (Lagarde), direttrice del FMI, durante un battibecco fra i ministri: "Servirebbero degli adulti in questa stanza".
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