Gloria mundi (Robert Guédiguian, 2019)
Gloria mundi (id.)
di Robert Guédiguian – Francia 2019
con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin
**1/2
Visto al cinema Colosseo, con Daniela, Federica e Viviana, in originale con sottotitoli (rassegna di Venezia).
Alla nascita della nipotina Gloria, Sylvie (Ariane Ascaride) contatta dopo anni il suo ex marito Daniel (Gérard Meylan) per informarlo che è diventato nonno. Appena uscito di prigione, l'uomo torna dunque a Marsiglia per stringere nuovamente i contatti con i membri della famiglia, trovandoli tutti in una forte crisi dovuta al lavoro. La neomamma, Mathilda (Anaïs Demoustier), è commessa in prova in un atelier dove è vessata dalla padrona; suo marito Nicolas (Robinson Stévenin), autista di vetture a noleggio con conducente, è vittima di un agguato da parte di colleghi tassisti; il secondo marito di Sylvie, Richard (Jean-Pierre Darroussin) viene sospeso dal suo lavoro come autista di bus; la stessa Sylvie, impiegata di un'impresa di pulizie, deve fare i conti con gli scioperi selvaggi organizzati dai suoi colleghi; gli unici cui apparentemente le cose vanno bene sono la sorella di Mathilda, Aurore (Lola Naymark), e il suo compagno Bruno (Grégoire Leprince-Ringuet), che gestiscono un negozietto di compravendita di oggetti usati, senza troppi scrupoli e senza guardare in faccia nessuno, nemmeno i propri familiari in difficoltà. Guédiguian ha sempre affrontato i temi del lavoro e della famiglia in un mondo in continuo cambiamento, ma mai con tale pessimismo. Le occasioni e le opportunità si riducono a vista d'occhio, mentre il gap generazionale si allarga: le nuove generazioni non solo hanno meno prospettive di quelle che le hanno precedute, ma sono anche dominate dall'egoismo e dalla mancanza di quella solidarietà che, in qualche modo, un tempo aiutava ad andare avanti. Al ritratto simpatetico dei personaggi più anziani fa così da contraltare il cinismo e l'egocentrismo di quelli più giovani, che dividono l'universo fra vincenti e perdenti e capiscono che l'unico modo per restare a galla è quello di vivere sulla pelle degli altri. "Parafrasando Marx", ha detto il regista, "ovunque regni, il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico". Chissà che mondo erediterà la piccola Gloria, rappresentante della generazione ancora successiva, e se quando sarà grande le cose cambieranno di nuovo... Pur con alcune svolte melodrammatiche, un film attuale, realistico e intenso, dai contenuti quasi sgradevoli in certi passaggi, che fonde molto bene le sue due anime, quella sociale e quella familiare. E ci sono anche alcuni sprazzi di poesia (gli haiku estemporanei composti da Daniel). Bella la colonna sonora di Michel Petrossian. Un po' inspiegabile la Coppa Volpi assegnata alla pur brava Ascaride per una prova in fondo normale all'interno di un film corale.
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