Per amor vostro (Giuseppe M. Gaudino, 2015)
Per amor vostro
di Giuseppe M. Gaudino – Italia 2015
con Valeria Golino, Massimiliano Gallo
*1/2
Visto al cinema Arlecchino (rassegna di Venezia).
La napoletana Anna ha una vita difficile, barcamenandosi fra il lavoro (scrivere e reggere i cartelli per il "gobbo" in una telenovela prodotta in tv), i tre figli (il primo dei quali è sordomuto), i problemi economici dei genitori, e un marito violento e delinquente che si guadagna da vivere con un giro di usura. Le pressioni sociali, familiari e lavorative cominciano a essere tante: i vicini e gli inquilini dello stabile dove abita le mostrano ostilità per le attività del marito; un collega la accusa di averle rubato il posto; l'attore protagonista della telenovela le fa avances alle quali lei non è così insensibile... In mezzo a tutto questo, la donna è una vittima, ignava e sottomessa: ma troverà la forza per ribellarsi, affrontando finalmente anche le proprie paure (simboleggiate dalla tempesta che sconvolge il mare fuori dal suo balcone). Secondo lungometraggio di finzione (a quasi vent'anni di distanza dal primo, "Giro di lune tra terra e mare") per un regista che solitamente fa documentari: qui usa uno stile spurio, mescolando un bianco e nero da film neorealista a inserti colorati e animati da video-arte piuttosto kitsch, per lo più legati al passato di Anna, alla sua personalità, alle emozioni più profonde e alla metafora religiosa che la mostra come una martire e poi una santa in una serie di immagini votive elaborate in post-produzione. Ma la combinazione fra sceneggiata napoletana (tante le "scene madri") e lo stile pretenzioso non sempre risulta piacevole, eccedendo in più direzioni, puntando al sensazionalismo, abusando della pazienza del pubblico e lasciandosi tentare da una lettura moraleggiante. Al punto da far sembrare quasi un peccato che la buona prova della Golino (vincitrice a Venezia della Coppa Volpi) sia sovrastata da tutto questo: in un film che avesse lavorato invece per "sottrazione", per esempio, l'attrice sarebbe stata ben più splendente. Nel finale, inutili spiegoni (come il telegiornale che racconta quello che si era già visto e capito) e una capziosa giustificazione del titolo (Anna, rivolgendosi ai figli, dice "L'ho fatto per amor vostro"). Fondamentali le canzoni, scritte dallo stesso regista e composte da Sergio De Vito.
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