29 settembre 2015

Pecore in erba (Alberto Caviglia, 2015)

Pecore in erba
di Alberto Caviglia – Italia 2015
con Davide Giordano, Anna Ferruzzo
**1/2

Visto al cinema Apollo, con Sabrina, Daniela, Alessandro, Paola, Costanza, Marta, Francesca, Tiziana e Annapaola (rassegna di Venezia).

Surreale mockumentary che fa satira sull'antisemitismo (e sulla discriminazione in generale) immaginando un mondo alla rovescia, in cui il vero problema sociale è la cosiddetta "antisemifobia" e ad essere considerati discriminati sono coloro che non possono manifestare liberamente l'odio verso gli ebrei. Ecco così che il protagonista Leonardo Zuliani, la cui vita viene ricostruita da un servizio giornalistico trasmesso in tv in occasione di una manifestazione pubblica in suo onore, è considerato un paladino dei diritti civili per aver sempre lottato contro gli ebrei, sin da quando era bambino. Fumettista, designer, inventore, Leonardo è diventato una figura pubblica di grande ispirazione per la paradossale società descritta nella pellicola: e la sua storia viene raccontata attraverso interviste ad amici e familiari, ma anche a personaggi celebri di vario genere, molti dei quali si sono prestati al gioco e recitano nella parte di sé stessi (per esempio Corrado Augias, Carlo Freccero, Vittorio Sgarbi, Aldo Cazzullo, Ferruccio De Bortoli, Gianni Canova, Giancarlo De Cataldo: ma ci sono anche Fabio Fazio, Tinto Brass, Gipi, Linus, Mara Venier, e molti altri ancora). Leggero e divertente, ricco di battute e di situazioni surreali che deformano la realtà, il film procede per accumulo e forse pecca di ripetitività e ridondanza. In fondo, tenendo buona l'idea di partenza, avrebbe potuto durare 30 minuti come 3 ore. La vita di Leonardo (dalla quale si immagina anche che sia stato tratto un film neorealista, "Paura d'odiare", di cui si mostrano alcuni – irresistibili – spezzoni) è costellata di alti e bassi che si succedono senza però una reale progressione: ne risulta quindi un andamento che alla lunga – una volta compreso il messaggio e digerito il "gioco" del regista – potrebbe stancare. In ogni caso, per le intenzioni e il risultato, resta un piacevole e riuscito esperimento di satira sociale, che con la sua comicità parodistica, basata sul ribaltamento delle prospettive, strizza l'occhio persino ai Monty Python e a Luis Buñuel.

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