3 giugno 2007

Crimini invisibili (W. Wenders, 1997)

Crimini invisibili (The end of violence)
di Wim Wenders – USA/Germania 1997
con Bill Pullman, Gabriel Byrne
*1/2

Rivisto in DVD, con Martin.

Un produttore di Hollywood decide di cambiare vita dopo essere sfuggito a un attentato, che forse è legato a un misterioso progetto dei servizi segreti in collaborazione con un ingegnere della NASA: l'installazione di una rete di videocamere che sorveglino segretemente tutto il mondo (o quantomeno l'area di Los Angeles) per prevenire ogni crimine e perseguire così "la fine della violenza". Il "grande fratello" di Orwell (anni prima del reality show) messo in pratica. Con questo film, con il quale Wenders torna a girare in America dopo il periodo europeo-nipponico 1986-1995, comincia una nuova fase "statunitense", che continua tuttora, della cinematografia del regista tedesco. E comincia con una pellicola molto (troppo) ambiziosa, nella quale i temi che più lo ossessionano (il potere delle immagini, il ruolo del cinema, la ricerca di sé stessi e della libertà) sono rappresentati in maniera estretamente fredda. Quando lo avevo visto la prima volta, diversi anni fa, non mi era piaciuto per niente. Adesso, conoscendo meglio il regista, l'ho trovato un po' più gradevole ma continua a sembrarmi un film troppo "distante", i cui personaggi non si aprono mai con lo spettatore e non riescono a coinvolgerlo, come se la loro testa e i loro sentimenti fossero inaccessibili. Questo è probabilmente dovuto anche al fatto di voler trattare di massimi sistemi, di temi importanti e fondamentali come il significato della violenza all'interno della società, anziché di problemi intimi e di crisi personali come in "Paris, Texas" o "Lisbon story".

0 commenti: