19 settembre 2022

Matrix Resurrections (Lana Wachowski, 2021)

Matrix Resurrections (The Matrix Resurrections)
di Lana Wachowski – USA/Australia 2021
con Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss
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Visto in TV (Now Tv).

Dopo il finale (anticlimatico) del terzo capitolo, "Matrix Revolutions", l'improbabile pace fra macchine ed esseri umani è in effetti arrivata. Ciò non ha impedito però a un nuovo programma, l'Analista (Neil Patrick Harris), di dare vita a un altro mondo virtuale, una nuova Matrix, nella quale sono imprigionati anche Neo (Keanu Reeves) e Trinity (Carrie-Anne Moss), immemori del loro passato. Neo, addirittura, è ora un game designer, e le vicende della trilogia precedente sono l'oggetto dei videogiochi da lui progettati. Ma un ulteriore gruppo di "ribelli" – fra cui la giovane Bugs (Jessica Henwick) e un nuovo Morpheus digitale (Yahya Abdul-Mateen II) – lo aiuta a prendere coscienza della realtà, a "risvegliarsi" e a tornare a lottare per liberare anche Trinity, il tutto dovendo anche fronteggiare un redivivo agente Smith (Jonathan Groff). Le Wachowski avevano sempre resistito alle proposte di realizzare un nuovo episodio di "Matrix", ma alla fine la cronica paura di Hollywood di investire su nuove idee le enormi somme di denaro necessarie per produrre blockbuster (e la conseguente proliferazione di franchise, remake e reboot che riciclano i successi del passato) ha avuto la meglio. Quantomeno la pellicola ne è consapevole, visto che non mancano frecciatine alla tendenza dell'industria di impossessarsi delle idee dei creativi e di replicarle, svuotandole di significati. Nel mondo fittizio di Neo, i game designer affermano addirittura esplicitamente che "la Warner Brothers vuole fare un sequel della trilogia, con o senza di noi": impossibile non pensare che a parlare siano le Wachowski, con Lana che per una volta firma il film da sola, senza la sorella Lilly. E se di sequel si tratta, a lungo sembra invece di assistere a un remake, per quanto appunto consapevole di esserlo (numerosi sono i "flash" di memoria che ripropongono scene e immagini del primo film). Nel complesso il risultato non è brutto (anzi, è persino più gradevole del secondo e del terzo capitolo), ma come tutti i prodotti di questo tipo è destinato a essere irrilevante. Al di là dei rimandi e degli agganci ai film di vent'anni prima, la pellicola non riesce a creare nulla di nuovo: i temi del libero arbitrio, della programmazione e del destino, del rapporto fra fantasia e realtà, e della simulazione di un mondo virtuale sono non solo già visti ma anche abusati, e i nuovi personaggi (o le rivisitazioni dei precedenti) non hanno alcun carisma. Persino il protagonista Neo appare sempre meno "speciale", si fa trascinare dagli eventi ed è sperso, frastornato e senza poteri (o quasi). E se c'è il tentativo di aggiornare alcuni elementi ormai datati (ai fosfori verdi non si rinuncia, ok, ma almeno i nostri eroi passano da un mondo all'altro muovendosi attraverso gli specchi – un'altra citazione da "Alice", dopo il bianconiglio – anziché cavi e cabine telefoniche), sia gli effetti speciali sia le scene d'azione sono tutt'altro che rivoluzionarie o innovative come quelle di una volta. Ultima (meta)citazione, nel finale i nostri eroi dicono al cattivo "Ci hai dato qualcosa che non pensavamo di poter avere: un'altra chance": il sottinteso è "di fare un finale migliore" (anche qui sono le Wachowski che parlano).

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