Raw - Una cruda verità (J. Ducournau, 2016)
Raw - Una cruda verità (Grave)
di Julia Ducournau – Francia/Belgio 2016
con Garance Marillier, Ella Rumpf
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Visto in divx alla Fogona, con Marisa.
La diciannovenne Justine (Marillier), timida e introversa, si iscrive alla prestigiosa università di veterinaria già frequentata dalla sorella maggiore Alexia (Rumpf) e va a vivere nel campus. Qui è costretta a subire i numerosi atti goliardici e di nonnismo cui gli studenti anziani sottomettono le matricole come riti di iniziazione: fra questi, l'ingestione di carne che lei, vegetariana, aveva sempre evitato. Quel boccone la condurrà a un'attrazione famelica e incontrollata per la carne, dapprima quella cotta, poi quella cruda e infine quella umana... La sconvolgente opera prima della regista francese Julia Ducournau (che si confermerà con la seconda, “Titane”, vincitrice della Palma d'Oro a Cannes) è un horror originale e inquietante, con più chiavi di lettura: in superficie c'è il thriller cannibalistico – al sangue! – che non lesina scene forti (si astengano i deboli di cuore o di stomaco) e colpi di scena (nel finale si spiega in qualche modo l'origine delle tendenze cannibalistiche della protagonista); ma se passiamo dal livello letterale a quello metaforico, la trasformazione di Justine da timida vergine a “mangiatrice di uomini” è uno dei possibili e inevitabili percorsi di una ragazza quando esce dall'alveo protetto della famiglia (il soggiorno al campus universitario è la prima volta che va a vivere fuori di casa), in un ambiente dove entra in contatto con il sesso e la violenza (anche quella sugli animali, vedi le esperienze in laboratorio), senza alcun filtro (la sorella, che "ci è già passata", non la protegge; gli insegnanti si mostrano incomprensivi o assenti). Siamo dunque di fronte a un racconto di crescita, di svezzamento alla vita, di coming-of-age, per quanto truculento e sopra le righe. Rabah Naït Oufella è il compagno di stanza gay, Laurent Lucas il padre. Nonostante l'ottima accoglienza di critica e pubblico ai festival, in Italia il film è uscito solo in home video.
4 commenti:
troppo eccessivo e truculento, per i miei gusti...
preferisco gli accenni e l'immaginazione alla esplicita rivelazione dei peggiori impulsi che pur abbiamo tutti...
A me è piaciuto proprio per come fonde la truculenza e gli eccessi dell'horror (un horror poi atipico, visto che non c'è un mostro o un pericolo "esterno") con il racconto di formazione e di crescita di un personaggio che esce dalla protezione familiare e dal mondo infantile per entrare nella vita adulta e consocere finalmente sé stessa.
A me non ha detto granché...
Io invece sono stato "preso" molto, e adesso attendo con impazienza di vedere il successivo "Titane", che ha vinto a Cannes...
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