Gli ultimi giorni di Pompei (Luigi Maggi, 1908)
Gli ultimi giorni di Pompei
di Luigi Maggi [e Arturo Ambrosio] – Italia 1908
con Lydia De Roberti, Luigi Maggi, Umberto Mozzato
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Visto su YouTube.
Geloso dell'amore fra il patrizio Glauco e la greca Jone, il perfido sacerdote Arbace accusa il rivale di omicidio e lo fa condannare a morte. Il giovane sarà però salvato dall'eruzione del Vesuvio, che distrugge la città di Pompei, e dalla gratitudine della schiava cieca Nidia, che aveva accolto nella propria casa. Tratto dall'omonimo romanzo storico dell'inglese Edward Bulwer-Lytton (che verrà poi adattato per il cinema numerose altre volte), uno dei primissimi film di produzione italiana, realizzato dalla torinese Ambrosio Film e distribuito con successo in tutto il mondo. In effetti, anche se pellicole a soggetto non erano mancate in precedenza (a partire dalla "Presa di Roma" del 1905), si può dire che il grande cinema italiano cominci qui: negli anni a venire seguiranno altri titoli iscrivibili nel filone storico-epico fino a culminare con i grandi kolossal "Quo vadis" (1913) e "Cabiria" (1914). Nonostante gli evidenti limiti dovuti al linguaggio cinematografico dell'epoca, ancora acerbo (la recitazione enfatica, l'assenza di movimenti di macchina, le quinte teatrali – sia pur realistiche ed elaborate – e il ricorso ai cartelli che spiegano cosa accade in ogni scena), il film appare decisamente ambizioso, con una durata di 16-20 minuti e una buona dose di "effetti speciali" nella sequenza della distruzione della città. Da notare poi la bellezza dell'ultima inquadratura, quella in cui Nidia, dopo aver portato in salvo Glauco e Jone, si annega entrando volontariamente in acqua: una scena incredibilmente anticipatrice di quella, analoga, ne "L'intendente Sansho" di Mizoguchi! Il regista Maggi recita anche nel ruolo del "cattivo" Arbace, mentre fra i collaboratori spicca Roberto Omegna come operatore di camera (oggi diremmo direttore della fotografia) e, pare, sceneggiatore. A lungo creduto perduto, il film è stato ritrovato ed è disponibile su YouTube in una copia con cartelli in olandese. Negli anni seguenti, come detto, il romanzo di Bulwer-Lytton verrà riportato sullo schermo numerose altre volte, già a partire dal 1913 (in due versioni, una delle quali è un remake della stessa Ambrosio Film diretto da Eleuterio Rodolfi): da segnalare in particolare il lungometraggio del 1959 co-diretto da Sergio Leone.
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