9 agosto 2021

Corpo e anima (Ildikó Enyedi, 2017)

Corpo e anima (Testről és lélekről)
di Ildikó Enyedi – Ungheria 2017
con Géza Morcsányi, Alexandra Borbély
***1/2

Visto in divx alla Fogona, con Marisa.

Assunta come addetta al controllo qualità in un mattatoio industriale, Mária (Alexandra Borbély) è precisa, metodica, con una memoria di ferro, ma anche sola e introversa ai limiti del patologico. Quando scopre che lei e il direttore commerciale del mattatoio, Endre (Géza Morcsányi), fanno misteriosamente ogni notte lo stesso sogno, in cui si vedono come due cervi (maschio e femmina) in una foresta ricoperta di neve, la ragazza comincia a pensare di aver trovato l'anima gemella. Ma le differenze fra i due, e in particolare le barriere sociali e protettive di lei (che non sa riconoscere o esprimere le emozioni, non ha mai avuto esperienze romantiche e ha paura di un contatto troppo ravvicinato), renderanno difficile l'avvicinamento... Il titolo “Corpo e anima”, in questa originalissima pellicola romantica, può essere letto in diversi modi, al di là dell'evidente legame fra i due aspetti nell'individuo e nella coppia di innamorati: se Endre è ferito nel corpo (ha un braccio paralizzato), Mária lo è nell'anima (è praticamente autistica, oltre che ancora ferma nello sviluppo infantile, tanto che continua a frequentare lo psichiatra pediatrico da cui andava da bambina). Il sogno in cui si incontrano sotto forma di animali, però, testimonia di un rapporto con la parte naturale, istintiva e selvatica che nessuno dei due ha abbandonato, ancora più preziosa se si considera che lavorano in un mattatoio, dove gli animali vengono uccisi e macellati (ed Endre, nel colloquio con i nuovi assunti, si preoccupa che questi non prendano la cosa con leggerezza e non dichiarino spavaldamente che questo tipo di lavoro non li turbi). Resta da compiere il passo successivo: trasferire l'armonia del sogno, in cui si vive felici e in equilibrio con sé stessi, con il partner e con la natura (anche in contesti difficili, come l'inverno che offre poco cibo agli animali), nel mondo reale, accettando i propri sentimenti e superando le barriere, psichiche o fisiche che siano. Lo stile del racconto, asciutto, rarefatto e minimalista, è sorprendentemente efficace, anche grazie a due interpreti ottimi e anticonvenzionali, entrambi all'esordio come protagonisti in un film. La regista, che non girava un lungometraggio da quasi vent'anni (il precedente, “Simon Magus”, era del 1999), ha dichiarato di aver voluto “raccontare una storia d'amore passionale e travolgente nel modo meno passionale e spettacolare possibile”. Orso d'Oro al festival di Berlino.

4 commenti:

Marisa ha detto...

Film sorprendente e delicato, a dispetto della brutalità dei mattatoi...Forse proprio su questo sfondo di brutalità umana si può capire il distacco emotivo, quasi autistico come hai detto tu, di Maria che può ritornare alla vita dei sentimenti solo con l'aiuto dei sogni, grazie quindi all'inconscio...

Ismaele ha detto...

l'avevo visto al cinema, e mi era piaciuto moltissimo.
film di poche parole e tanta sostanza, nascosta.

https://markx7.blogspot.com/2018/01/corpo-e-anima-ildiko-enyedi.html

Christian ha detto...

Questo stile di cinema, da un lato asciutto e minimalista (anche nella recitazione dei personaggi, mai sopra le righe) e dall'altro pieno di significati, è forse il mio preferito!

Giovanni ha detto...

Un inizio “lento”, poi tutto inizia a scorrere in questa strana storia d’amore… la “carnalità”, senza sconti, del mattatoio, che fa da cornice a questo legame “onirico”, perché è lì che si sono incontrati come cervi. Che pace i sogni, pur nel freddo dell’inverno trasmettevano quiete, armonia… invece la realtà non faceva sconti: la disabilità fisica del protagonista e quella mentale della protagonista. Bellissimo il loro progressivo avvicinamento e lo scoprirsi in tutti: dai sogni alle realtà del mattatoio!
Grazie Cri del film!