Suspiria (Dario Argento, 1977)
Suspiria
di Dario Argento – Italia 1977
con Jessica Harper, Stefania Casini
***
Rivisto in divx.
La giovane ballerina americana Susy Benner (Jessica Harper) giunge a Friburgo, in Germania, per frequentare una prestigiosa accademia privata di danza classica. Attorno alla scuola, però, si verificano inquietanti delitti, come l'omicidio di una studentessa la notte stessa dell'arrivo di Susy. E la ragazza, la cui salute si fa man mano più cagionevole, scopre che alla fine del diciannovesimo secolo l'edificio aveva ospitato quella che si riteneva essere una congrega di streghe, il culto della cui capostipite (Elena Markos, detta "la regina nera") potrebbe essere ancora vivo... Abbandonando il giallo/thriller per darsi all'horror soprannaturale, Dario Argento firma il suo film stilisticamente più maturo e consapevole, nonché quello che internazionalmente è considerato il suo capolavoro (in patria la palma va invece ancora a "Profondo rosso"). Scritto insieme alla compagna Daria Nicolodi, il lungometraggio ha fra i suoi punti di forza la suggestiva ambientazione gotica e mitteleuropea (oltre a Friburgo e alla Foresta Nera, diverse scene sono state girate a Monaco di Baviera), la fotografia coloratissima ed espressionista di Luciano Tovoli (con toni di rosso acceso che donano alle immagini una patina fantastica e surreale: tutto in particolare richiama il sangue, dalle luci alle scenografie, a partire dalle pareti di una scuola fiabesca e barocca), le inquietanti musiche dei Goblin, i volti e le interpretazioni dei vari attori, fra giovani promesse e vecchi mostri sacri (nel cast ci sono, fra gli altri, Stefania Casini, Miguel Bosé, Alida Valli, Joan Bennett, Udo Kier e Renato Scarpa). I meccanismi di costruzione della tensione e della paranoia sono forse un po' scoperti e grossolani (rispetto, per esempio, a capolavori come "Rosemary's baby" e similari), ma anche efficaci nella loro ingenuità stilizzata. E tutti gli elementi della storia concorrono a rendere angosciante l'esperienza dello spettatore: l'ambiente rigido e severo della scuola di danza, la protagonista estraniata e fuori dal proprio mondo, il tema soprannaturale della stregoneria, per non parlare dei personaggi disturbanti (come il pianista cieco, il misterioso dottore, l'inserviente deforme, le domestiche), delle morti cruente, degli eventi misteriosi (cosa accade di notte, dopo che le alunne vanno a dormire e le insegnanti lasciano – presumibilmente – l'edificio?). Curiosità: è il primo di sei film consecutivi di Argento con il titolo composto da una sola parola. Con i successivi "Inferno" (1980) e "La terza madre" (2007) forma una sorta di trilogia, ispirata al romanzo "Suspiria De Profundis" di Thomas de Quincey. Un remake nel 2018, firmato da Luca Guadagnino.
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