Par le trou de la serrure (F. Zecca, 1901)
Attraverso il buco della serratura
(Par le trou de la serrure)
di Ferdinand Zecca – Francia 1901
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Nei suoi primi anni come regista alla Pathé (prima di dedicarsi progressivamente alla supervisione di altri registi e infine alla direzione artistica e amministrazione della compagnia), Zecca girò numerose pellicole appartenenti a differenti “generi”: le actualités reconstruites (poi film storici o in costume, come “La vie et la passion de Jésus-Christ”), i corti a sfondo sociale (come “Histoire d'un crime” o “Les victimes de l'alcoolisme”) e i film di “trucchi” o a sfondo comico, come "À la conquête de l'air" o questo "Par le trou de la serrure". Pur sperimentando personalmente qualche innovazione, Zecca si rifaceva in gran parte ai lavori di altri cineasti contemporanei, in particolare Méliès (che con la sua Star Film era il principale concorrente della Pathé) e i registi inglesi della Scuola di Brighton. Questo “Par le trou de la serrure”, in realtà, è debitore soprattutto a una pellicola americana del 1897 per il Mutescope di Edison, “What the butler saw” (o “Peeping Tom”), oggi andata purtroppo perduta ma allora talmente popolare da aver dato origine a un genere quasi a sé stante, quello “voyeuristico” (si tratta, in un certo senso, dell'antesignano dei film erotici!). Queste pellicole mostravano inevitabilmente un maggiordomo o un altro individuo curioso che spiava donne e ragazze, intente alla toilette personale, dal buco della serratura. Il titolo “What the butler saw” (entrato nella cultura popolare britannica e in seguito attribuito a diversi film e anche a una commedia teatrale) deriva, pare, da un processo per divorzio del 1886 che fece scalpore sui giornali inglesi (quello fra Lord Colin Campbell e Gertrude Elizabeth Blood), dove proprio la testimonianza del domestico che aveva spiato l'incontro della donna con l'amante si rivelò decisiva.
Zecca non si limita però a “imitare” il film americano, ma vi aggiunge anche del suo: innanzitutto quadruplica la situazione, mostrandoci il cameriere di un albergo, mentre è intento a pulire sui piani, osservare attraverso gli spioncini gli occupanti di ben quattro stanze. Nella prima c'è una ragazza intenta a pettinarsi i lunghi capelli, colta nell'intimità. Nella seconda, una donna che, man mano che si toglie il trucco, il finto seno e la parrucca, si rivela essere un uomo! Nella terza, una coppia di amanti intenta a mangiare, con la donna seduta sulle ginocchia dell'uomo. E nella quarta... il cameriere non fa in tempo a spiare che un gentiluomo esce, furibondo, per prenderlo a pedate e bastonate! La situazione, come si vede, comincia in maniera ammiccante ma diventa progressivamente più farsesca e disastrosa, con i tempi perfetti per una (breve) commedia. Notevole il montaggio e le variazioni dell'inquadratura, che alternano la figura intera del cameriere nel corridoio davanti alle quattro porte (un'evidente quinta teatrale) ai piani medi che mostrano gli ospiti delle varie stanze, attraverso un mascherino a forma di serratura: una trovata per la quale Zecca si era ispirato con ogni probabilità al film britannico “As seen through a telescope” di George Albert Smith dell'anno precedente. Alcune fonti confondono il lavoro di Zecca con la pellicola originale per il Mutescope di Edison, attribuendogli la data del 1897: eppure è evidente, per via del montaggio, dei cambi di inquadratura e della generale “sofisticazione” della struttura, che sarebbe stato impensabile girarlo anche soltanto quattro anni prima.
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