8 dicembre 2018

Partitura incompiuta per pianola meccanica (N. Michalkov, 1977)

Partitura incompiuta per pianola meccanica
(Neokonchennaya pyesa dlya mekhanicheskogo pianino)
di Nikita Michalkov – URSS 1977
con Aleksandr Kalyagin, Yelena Solovey
***1/2

Rivisto in DVD.

Anna Petrovna (Antonina Shuranova), nobildonna decaduta, ospita nella propria villa di campagna un gruppo di amici in una pigra giornata estiva: fra questi c'è Mikhail Platonov (Aleksandr Kalyagin), il maestro elementare del villaggio, che scopre che la nuova moglie del figliastro della padrona di casa è Sofia (Yelena Solovey), la ragazza che un tempo aveva amato e che aveva perso di vista da molti anni. Ispirato a un lavoro incompiuto di Anton Čechov, che Michalkov e il suo co-sceneggiatore Aleksandr Adabashian integrano con materiale proveniente da altri suoi scritti, il film racconta la presa di coscienza di un fallimento esistenziale, al tempo stesso personale (quello di Platonov, che un tempo tutti credevano destinato a grandi cose e che invece è rimasto imprigionato in una vita semplice e banale, in un distretto di periferia lontano dalla capitale: "Ho 35 anni e non ho fatto niente!", grida, paragonandosi a Napoleone e a Lermontov) ma anche di un'intera classe sociale: una borghesia aristocratica, annoiata e impotente, che parla molto e non conclude nulla (il medico rifiuta di accorrere da chi l'ha chiamato; chi vuole fuggire si addormenta nella carrozza senza cavalli; chi vuole suicidarsi buttandosi nel fiume cade in dieci centimetri d'acqua). Siamo all'inizio del ventesimo secolo: si parla di emancipazione femminile, delle teorie darwiniste, delle differenze di classe, ma sono tutti discorsi vuoti da parte di personaggi che si lasciano trascinare dal destino, come suggerisce la metafora della pianola meccanica che ripete la stessa melodia in maniera automatica, senza possibilità di variazione creativa. Un'impasse esistenziale e una decadenza dalla quale sarà possibile uscire solo grazie alle nuove generazioni (il film termina con un raggio di sole che illumina la pelle del più giovane del gruppo, il ragazzino al quale saranno affidate le speranze della nuova Russia). La bellissima atmosfera cechoviana (la stessa che ritroveremo in tanti film del regista, a partire dal capolavoro "Sole ingannatore") è perfettamente riprodotta sullo schermo, nei dialoghi e nel flusso degli eventi. La storia si dipana nell'arco di 24 ore, che iniziano all'insegna dell'allegria, delle risate, degli scherzi e dei giochi (anche stupidi) per farsi progressivamente più tesa, triste e malinconica, quando i nodi vengono al pettine e la verità spazza via le illusioni e le nostalgie ("Da giovani si crede nel futuro, in una vita lunga e felice"). Un simbolo di tutto ciò è la villa stessa, che ha decisamente visto tempi migliori ed è ora circondata da una vegetazione lussureggiante e fuori controllo. Ottimo il cast, che comprende Evgeniya Glushenko (Sasha, la moglie di Platonov), Oleg Tabarov, Yuri Bogatyryov e lo stesso Michalkov. Nella colonna sonora spicca "Una furtiva lagrima" di Donizetti, mentre la pianola suona una riduzione della seconda rapsodia ungherese di Liszt.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Un film che amo molto, proprio per l'atmosfera struggente che prelude alla catastrofe che travolgerà non solo la Russia indolente, ma tutto il vecchio mondo...

Christian ha detto...

E Michalkov è un maestro nel portare sullo schermo questo tipo di atmosfere quotidiane e cechoviane...