Il tagliagole (Claude Chabrol, 1970)
Il tagliagole (Le boucher)
di Claude Chabrol – Francia 1970
con Stéphane Audran, Jean Yanne
***
Visto in TV.
La signorina Hélène (Audran, all'epoca moglie del regista e protagonista in molti suoi film), direttrice e insegnante di una scuola elementare in un paesino di provincia, comincia a frequentare Popaul (Yanne), garbato macellaio con un lungo passato da soldato nelle guerre coloniali in Algeria e Indocina. Quando nei boschi circostanti vengono ritrovati i cadaveri di alcune ragazze, uccise a colpi di coltello, la donna inizia a sospettare che l'assassino possa essere proprio lui... Girato nel villaggio di Trémolat (vicino ai Pirenei: le grotte con i disegni rupestri che la scolaresca visita sono quelle di Cougnac), un giallo a tratti hitchcockiano (si pensi all'indizio dell'accendino) che però, più che sul mistero poliziesco, vuole indagare sulle inquietudini del quotidiano e della "borghesia di provincia", temi di cui Chabrol sarà uno dei massimi cantori. Semplice come trama (e praticamente con due soli personaggi: i bambini della scuola, gli altri insegnanti e il poliziotto che indaga non sono che comparse), la pellicola scorre piacevolmente grazie alla buona caratterizzazione dei due protagonisti (Hélène, trentenne e single per scelta; Popaul, affabile ma inquieto e represso), la cui platonica storia d'amore è raccontata con realismo e sensibilità, e al setting agli antipodi rispetti ai consueti noir o thriller: urbani quelli, rurale questo (ma i francesi sono maestri nell'ambientare film di questo tipo in piccoli paesini di provincia, sin dai tempi de "Il corvo" di Clouzot). Il titolo originale era semplicemente "Il macellaio".
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