A bigger splash (Luca Guadagnino, 2015)
A bigger splash
di Luca Guadagnino – Italia/Francia 2015
con Ralph Fiennes, Tilda Swinton
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Visto in TV.
L'introverso fotografo Paul (Matthias Schoenaerts) e la cantante rock Marianne (Tilda Swinton), temporaneamente muta perché operata alle corde vocali, sono in vacanza a Pantelleria. Qui vengono raggiunti da Harry (Ralph Fiennes), produttore musicale ed ex fidanzato di Marianne, insieme alla sua giovanissima figlia Penelope (Dakota Johnson). L'entusiasmo invadente di Harry e la provocante sensualità di Penelope incrinano subito il fragile equilibrio, portando alla luce tensioni pronte a scoppiare... Remake de "La piscina" di Jacques Deray, è un raro caso in cui il rifacimento è migliore dell'originale. Rispetto al film del 1969, infatti, c'è maggiore attenzione nella caratterizzazione dei personaggi, cui viene fornito un background interessante (il tentato suicidio di Paul, per esempio) e vengono indagate le relazioni passate (anche grazie ad alcuni brevi flashback). L'ottima prova dei quattro protagonisti (strepitoso soprattutto Fiennes, davvero in gran forma: e dire che nel film di Deray il personaggio di Harry era quasi insignificante, mentre qui è una forza trainante) e la bella ambientazione (una Pantelleria immersa in un'atmosfera pigra ed estiva, simile a quella che Guadagnino riproporrà in "Chiamami col tuo nome") rendono assai piacevole il film almeno per due terzi. Ma nell'ultima mezz'ora crolla tutto, anche perché la trama è in fondo poco interessante, la svolta da thriller impedisce il naturale sviluppo dei temi imbastiti fino ad allora, e la pellicola scivola verso un finale deludente (imbarazzante e del tutto fuori posto, poi, la scena finale dell'autografo sotto la pioggia). Nel cast anche Aurore Clément, Lily McMenamy e Corrado Guzzanti (il maresciallo dei carabinieri). Fastidioso il doppiaggio nella sequenza dell'interrogatorio di Marianne (dove era evidente che in originale i personaggi parlavano lingue diverse, per mezzo di un interprete). Tante le nudità integrali (anche per Fiennes e la Johnson), mentre il setting "esotico" lascia immaginare che il film fosse rivolto a un pubblico internazionale più che a quello italiano. Inevitabili, ma spuri, i molti riferimenti all'emergenza dei migranti. Nella colonna sonora, alcuni brani del "Falstaff" di Verdi. Il titolo è preso da un dipinto pop di David Hockney.
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