Bright (David Ayer, 2017)
Bright (id.)
di David Ayer – USA 2017
con Will Smith, Joel Edgerton
*1/2
Visto in TV.
Immaginate un mondo dove razze come orchi ed elfi convivano con l'uomo, e dove sopravvivano tracce (antiche) di magia. Soltanto che non siamo nel medioevo (come nel "Signore degli Anelli", cui si ispira l'iconografia e la storia di queste razze), bensì ai giorni nostri, e per di più a Los Angeles. L'idea di base è proprio questa: cosa sarebbe successo se la Terra di Mezzo (o qualcun altro degli scenari dei classici fantasy) fosse in realtà il nostro passato? Alcuni accenni sembrano confermarlo (si dice che gli orchi, duemila anni prima, fecero la scelta sbagliata, alleandosi con il Signore Oscuro) e non mancano strizzatine d'occhio ai fan di Tolkien (vedi il mezzelfo agente federale). La pellicola si dipana poi come un qualsiasi buddy movie poliziesco, con tutti i suoi luoghi comuni, come la coppia di agenti costretti a collaborare controvoglia – in questo caso, un uomo (Will Smith) e un orco (Joel Edgerton) – che nel corso dell'avventura impareranno a conoscersi e a fidarsi l'uno dell'altro, mentre l'intreccio vero e proprio ruota attorno a un MacGuffin (la bacchetta magica). E la premessa viene anche utilizzata per rimandi di natura sociale: in un mondo del genere, gli orchi prendono il posto delle persone di colore, ovvero visti con diffidenza e disprezzo dalle altre razze (c'è persino la scena di un pestaggio alla Rodney King), costretti ai lavori più pesanti e "invisibili", chiusi in ghetti o parte di gang criminali (tutto negli orchi, dall'abbigliamento ai tatuaggi, rimanda alle bande di strada afro-americane). Di contro, gli elfi sono le élite, quelli che vivono nei quartieri alti e non amano mescolarsi con le altre razze. Lo scenario, dunque, offre i suoi spunti, e non mi stupirei di vederlo riutilizzare in altri film (un sequel sarebbe già in cantiere) o magari in una serie televisiva (il film è targato Netflix). Peccato che i cattivi siano generici e privi di personalità, e che Ayer, come già in "Suicide squad" (sempre con Smith), riesca a rendere noiose tutte le scene che dovrebbero essere di tensione (inseguimenti, sparatorie). Noomi Rapace è la giovane elfa Leilah. L'idea di prendere la forma del buddy movie poliziesco ma di calarla in uno contesto bizzarro od originale era già stata sfruttata in film come "Osmosis Jones".
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