Killing (Shinya Tsukamoto, 2018)
Killing (Zan)
di Shinya Tsukamoto – Giappone 2018
con Sosuke Ikematsu, Yu Aoi
**1/2
Visto al cinema Eliseo, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia).
Il ronin Mokunoshin Tsuzuki (Ikematsu), ospite di una famiglia di contadini, viene assoldato da un altro samurai senza padrone, il più anziano Sawamura (interpretato dallo stesso Tsukamoto), che intende portarlo nella capitale a combattere per lo Shogun. Ma prima che possano partire, vengono coinvolti in una sanguinosa faida con un gruppo di briganti che si sono accampati nei pressi del villaggio. E il giovane Tsuzuki, riluttante a uccidere senza motivo, dovrà fare i conti con la violenza che è insita nell'uomo, anche in quelli – come Sawamura – che sembrano all'apparenza più saggi. Con un budget bassissimo (pochi attori, una capanna e un bosco a fare da sfondo all'intera vicenda) e uno stile vibrante ed energico, ancora legato a quello dei primordi, Tsukamoto si dà al jidai-geki per riflettere sul significato della violenza e, in particolare, sull'atto dell'uccidere (a prescindere dalle ragioni). E mette in scena una tragedia universale, che comincia come "I sette samurai" ma poi prende tutt'altra piega, stravolgendo le certezze e le consuetudini del genere con lucidità e incisività. Se pure non dice nulla di particolarmente originale o di sconvolgente (che la violenza chiami altra violenza è risaputo, e anche che la ragione e il torto non sono distribuiti in maniera netta), il film riesce a trasmettere un profondo senso di inquietudine, lasciando infine lo spettatore vagare da solo in un mondo cupo e terribile. Yu Aoi è la ragazza, Tatsuya Nakamura il capo dei briganti, Ryusei Maeda il giovane contadino.
4 commenti:
Perfettamente d'accordo. Troppo semplice (esatto contrario di Nemes) sul piano filosofico per essere un grande film. Pero che stile!
Tsukamoto è così, prendere o lasciare! :)
(Anche se in passato alcuni film più complessi come contenuti li ha girati, tipo "Gemini" o "Vital").
Tsuka è così, ma Fuochi nella pianura non era altrettanto potente. Troppo sovraccarico.
"Fuochi nella pianura" non l'ho ancora visto... E sì che mi ero preparato, guardandomi prima il film di Kon Ichikawa del 1959.
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