Un tranquillo weekend di paura (J. Boorman, 1972)
Un tranquillo weekend di paura (Deliverance)
di John Boorman – USA 1972
con Jon Voight, Burt Reynolds
***1/2
Rivisto in divx, per ricordare Burt Reynolds.
Quattro amici di città – Ed (Jon Voight), Drew (Ronny Cox) e Bobby (Ned Beatty), guidati dal più "avventuriero" Lewis (Burt Reynolds) – partono per un weekend in canoa sul fiume, in una regione boscosa dei Monti Appalachi. L'intera vallata sta per essere ricoperta dalle acque a causa di una diga in costruzione, e questa è dunque l'ultima possibilità di godersi un angolo di natura selvaggia e incontaminata. Quella che doveva essere una spensierata vacanza si trasforma però in un incubo quando Ed e Bobby vengono aggrediti da due balordi, e gli amici si troveranno costretti a lottare per la propria sopravvivenza... Uno dei film simbolo dei primi anni settanta, che insieme ad altri capisaldi come "Easy Rider" o "Cane di paglia" (e poi ci sarà anche "Il cacciatore") contribuì a svelare il senso di malessere e l'insicurezza che si celava nella provincia americana e non solo, oltre al cambio di prospettive che stava mutando profondamente la stessa società. Notevole in particolare l'anti-retorica sul rapporto fra uomo e natura: se Lewis all'inizio rimpiange ed elogia il mondo selvaggio di un tempo, parlando per frasi fatte ("Non si batte la natura"), ben presto i quattro dovranno rendersi conto di quanto di selvaggio c'è ancora nell'uomo stesso, loro compresi (Ed, incapace di scoccare una freccia contro un cervo nel bosco, si scoprirà poi in grado addirittura di uccidere un uomo). Nonostante sin dalla partenza ci fossero stati segnali ambigui (vedi l'inquietante bambino con il banjo e con evidenti tare genealogiche, protagonista di un estemporaneo duetto – o duello – con la chitarra di Drew), l'incontro con i due balordi violentatori irrompe all'improvviso e in maniera disturbante per frantumare la spensieratezza della gita. Burt Reynolds, al primo ruolo cinematografico di successo, è carismatico e arrogante, il leader naturale dal quale i suoi amici dipendono per ogni cosa, anche se prende tutto come un gioco o una sfida. E quando rimarrà ferito nelle rapide, toccherà al più mite Jon Voight farsi carico del compito di portare a casa la pelle, diventando di fatto il protagonista della pellicola (all'inizio c'era il dubbio che potesse esserlo Drew, che – con la sua chitarra, gli occhiali e l'opposizione alle scelte degli amici – è il personaggio che maggiormente si differenzia dagli altri, il rappresentante della "controcultura"). Pellicola che peraltro si conclude proprio con gli incubi notturni di Ed: ormai cambiato per sempre, è chiaro che non riuscirà più a dormire sereno, nemmeno fra le braccia della propria famiglia. Girato sui fiumi della Georgia, con una inusuale colonna sonora, il film fece scalpore per la sua drammaticità, per la scena dello stupro nel bosco e per la violenza realistica che lo permea (ma fu anche criticato per rinforzare lo stereotipo razzista del redneck bifolco), e regge ancora numerose visioni grazie alla forte tensione e alle ottime interpretazioni. Ronny Cox e Ned Beatty erano all'esordio: gli attori girarono le scene in canoa da soli, senza controfigure. La sceneggiatura è tratta dal romanzo "Dove porta il fiume" di James Dickey, che interpreta anche lo sceriffo nel finale e che sul set fu protagonista di una celeberrima scazzottata con Boorman (ma i due rimasero amici). A suo modo, il film ispirerà forse pellicole più leggere come "Scappo dalla città" e "Stand by me".
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