25 marzo 2010

Ospiti (Matteo Garrone, 1998)

Ospiti
di Matteo Garrone – Italia 1998
con Julian Sota, Llazar Sota
**1/2

Visto in DVD, con Martin.

I cugini Gherti e Gheni, giovani immigrati albanesi giunti in Italia in cerca di lavoro, vengono ospitati a casa di Corrado, fotografo timido e balbuziente, con il quale fanno amicizia. Attraverso il consueto stile realista, episodico e minimalista (col senno di poi, appare chiaro come "Gomorra" non sia nato dal nulla e fosse un film già nelle corde di Garrone: anzi, è ancora più evidente come il regista abbia piegato il libro di Saviano alle proprie esigenze e alla propria poetica, l'osservazione sincera e mai voyeuristica della realtà scomoda e multiculturale che lo circonda), la pellicola mostra diversi momenti della dura quotidianità dei suoi protagonisti senza cercare scorciatoie o facili emozioni. Privo di una vera trama, il film presenta situazioni legate solo debolmente l'una all'altra, come – nel finale – quella in cui i ragazzi aiutano l'anziano Lino nella ricerca della moglie, malata di mente, che si è smarrita. Come e più del precedente "Terra di mezzo", il film descrive un mondo di individui ai margini della società, che molti italiani non vogliono nemmeno conoscere (emblematica la scena in cui gli inquilini del palazzo dove vive Corrado si lamentano per la presenza dei due albanesi): questo cinema, che piaccia o meno, è forse l'unico vero antidoto alla demenza, alla piaggeria e ai cliché delle fiction televisive.

4 commenti:

Martin ha detto...

"questo cinema, che piaccia o meno, è forse l'unico vero antidoto alla demenza, alla piaggeria e ai cliché delle fiction televisive"
Questa tua considerazione mi piace moltissimo e la trovo particolarmente azzeccata.
Guardando il film ho apprezzato proprio la maniera "diversa" di trattare certe tematiche ma solo adesso mi rendo conto che effettivamente siamo distanti anni luce dalle banali e retoriche rappresentazioni televisive.

Christian ha detto...

Infatti, per fortuna lo "sguardo" di Garrone è tutt'altro che retorico o (auto)compiaciuto. Direi che è soprattutto questa qualità a renderlo uno dei migliori cineasti italiani attualmente in circolazione. Sono contento di aver visto questi suoi primi lavori che paradossalmente, pur essendo minori, mi hanno aiutato a capirlo anche più dei suoi celebrati lavori successivi.

Massimo Volpe ha detto...

Il modo che ha Garrone di descrivere certa periferia romana è molto simile allo stile pasoliniano, privo però di quel tocco di intelletualismo che aveva il grande regista e scrittore; questa caratteristica è poi emersa in maniera netta anche nei lavori successivi che trattavano di tutt'altro. Concordo in pieno sull'affermazione che Garrone è al momento tra i registi italiani più bravi.

Missile

Christian ha detto...

Sì, forse Sorrentino (per esempio) è più bravo dal lato della tecnica cinematografica, ma Garrone mi piace soprattutto per il mondo in cui descrive i personaggi e il loro ambiente, in maniera assai naturale.