L'estate di Kikujiro (T. Kitano, 1999)
L'estate di Kikujiro (Kikujiro no natsu)
di Takeshi Kitano – Giappone 1999
con Takeshi Kitano, Yusuke Sekiguchi
***1/2
Rivisto in DVD, con Giovanni.
Il piccolo Masao, che dopo la morte del padre vive con la nonna, si ritrova solo e senza amici (partiti tutti per le vacanze) all'inizio dell'estate. Decide così di andare in cerca della madre che lo aveva abbandonato anni prima e della quale ha scoperto per caso il nuovo indirizzo: una cittadina a centinaia di chilometri di distanza da Tokyo. Ad accompagnarlo nel suo viaggio, attraverso scorci di un Giappone di provincia sconosciuto e quasi disabitato, lontano dalle vie più trafficate o dalle zone turistiche, sarà un inaffidabile, strafottente e sbandato (ex?) yakuza, quasi un bullo di periferia poco cresciuto, compagno di un'amica di famiglia. Il suo nome – ma lo scopriremo solo alla fine del film – è quello che figura nel titolo: Kikujiro. Dapprima l'uomo affianca malvolentieri il bambino, avendo ben poche intenzioni di aiutarlo davvero e preferendo spendere alle corse tutto il denaro consegnatogli per il viaggio. Ma poi si prenderà a cuore le sue sorti (forse perché anche lui, come Masao, si sente isolato e incompreso e ha un rapporto forzatamente incompiuto con la propria madre, ricoverata in un istituto). E quando, giunti alla meta, scoprirà che la mamma di Masao si è risposata e ha ormai un'altra famiglia, per tirar su il morale al ragazzino organizzerà un campeggio sul lago coinvolgendo alcuni dei tanti bizzarri personaggi incontrati durante il viaggio: un poeta-filosofo che si sposta per il paese su un furgoncino e una coppia di teneri motociclisti metallari, al più grasso dei quali sottrarrà un pendente, il magico "angelo campanellino", da regalare a Masao come portafortuna. Più che il bambino (nonostante le ali che spuntano dal suo zainetto), gli "angeli" della vicenda sono infatti Kikujiro e gli altri personaggi-clown che gli fanno compagnia durante tutta l'estate.
Nel suo lungometraggio più leggero e accessibile, un piccolo gioiellino di poesia e umorismo nonché uno dei suoi film meno violenti (il che ha sorpreso parecchi critici che evidentemente non avevano visto pellicole precedenti come "Il silenzio sul mare"), Kitano racconta la storia di un'amicizia fra due "esclusi" che da un lato pare in debito verso "Il monello" di Chaplin (a sua volta storia di un'amicizia fra un adulto e un bambino, dove eventi tristi o drammatici venivano raccontati con ironia o spensieratezza) e dall'altra contestualizza quella voglia di giocare e di vivere al di là delle regole della società che era già presente nelle pellicole precedenti (in particolare in "Sonatine", da dove tornano i giochi infantili e fantasiosi sulla spiaggia, benché qui abbiano una valenza meno filosofica e più immediata). Il film è diviso in capitoletti, introdotti da disegni o da fotografie animate, come se si trattasse delle sezioni di un diario delle vacanze tenuto da Masao. Il mood è pertanto svagato e leggero, quasi fiabesco (un altro possibile riferimento è "Il mago di Oz"), e non mancano inserti onirici (i sogni e gli incubi del bambino, il balletto dei demoni al festival notturno) e stralunati (gli effetti digitali). Joe Hisaishi contribuisce all'ottimo risultato finale con una delle sue colonne sonore più riuscite, un vero capolavoro melodico, con un tema principale semplice ed essenziale, modulato e riproposto in mille varianti, che si imprime indelebilmente nella mente dello spettatore ed è impossibile da non fischiettare una volta terminata la visione. In Italia, quando il film uscì al cinema, venne tagliata la scena dell'incontro con il pedofilo (che pure è assai importante per la comprensione della trama: soltanto dopo quell'episodio, infatti, Kikujiro si decide ad accompagnare Masao nel suo viaggio; inoltre il personaggio dell'"uomo cattivo" ritorna in seguito in uno degli incubi del bambino), reintegrata per fortuna nel DVD. Una curiosità: nella realtà Kikujiro è il nome del padre di Kitano.