27 giugno 2021

Opera (Dario Argento, 1987)

Opera
di Dario Argento – Italia 1987
con Cristina Marsillach, Ian Charleson
*1/2

Visto in divx.

Una giovane cantante lirica (Cristina Marsillach), convinta che il "Macbeth" di Verdi in cui sta per debuttare a teatro porti sfortuna, vede le sue paure confermate quando un misterioso assassino, in qualche modo legato al suo passato, comincia ad uccidere le persone intorno a lei. Giallo-thriller che segna l'inizio del declino di Dario Argento, visto che ripete senza particolare fantasia (a parte l'ambientazione teatrale, comunque poco sfruttata) struttura ed elementi già visti in abbondanza nei precedenti film: dal misterioso maniaco con le mani guantate e la voce sussurrante, alla sequela di delitti cruenti. A essere particolarmente carente, qui, è la sceneggiatura, già non uno dei punti di forza del regista romano: anche lasciando perdere le ingenuità anni ottanta, l'inverosimiglianza e l'irrealtà di fondo (aspetti che per qualcuno potrebbero essere addirittura un pregio), abbiamo personaggi quasi senza caratterizzazione (a partire dalla protagonista) e situazioni schematiche. Anche la recitazione dei comprimari non aiuta, mentre – a parte le solite "soggettive" che dovrebbero far paura ma appaiono ormai meccaniche e abusate – le scene d'impatto o visivamente memorabili si contano sulle dita di una mano (quella del proiettile sparato attraverso lo spioncino della porta, l'attacco dei corvi all'interno del Teatro Regio di Parma – forse una reminiscenza degli "Uccelli" di Hitchcock – e ovviamente l'immagine simbolo, quella degli spilli che il maniaco colloca sulle palpebre della protagonista per impedirle di chiudere gli occhi). Un po' fuori luogo il controfinale ambientato sulle Alpi Svizzere (già location del precedente "Phenomena"), che infatti i distributori americani volevano tagliare (ma Argento si oppose). Nel cast anche Ian Charleson (il regista horror prestato all'opera), Urbano Barberini (il commissario), Daria Nicolodi (l'agente), Coralina Cataldi Tassoni (la costumista). Alcuni spunti della trama (come l'assassino sfigurato che dice a Betty "Come puoi amarmi ora che sono un mostro?", e poi "Voglio sparire, nessuno deve trovarmi") ricordano "Il fantasma dell'opera" di Gaston Leroux, di cui lo stesso Dario Argento firmerà un adattamento cinematografico undici anni più tardi. L'ambiente del melodramma è rappresentato in modo pretestuoso, impreciso e stereotipato: è evidente che Argento non fosse un cultore di questo genere. La colonna sonora è di Claudio Simonetti, integrata da un paio di brani heavy metal. Tanti comunque i pezzi lirici, provenienti non solo dal Macbeth ma anche dalla Traviata, dalla Madama Butterfly ("Un bel dì vedremo") e dalla Norma ("Casta diva"). Curiosità: nella realtà il Macbeth di Verdi, a differenza del dramma originale di Shakespeare, non ha alcuna fama di opera maledetta (che semmai è riservata a "La forza del destino").

0 commenti: