L'uomo che amava le donne (F. Truffaut, 1977)
L'uomo che amava le donne (L'homme qui aimait les femmes)
di François Truffaut – Francia 1977
con Charles Denner, Brigitte Fossey
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Rivisto in DVD.
Bertrand Morane (Denner), ingegnere di laboratorio a Montpellier, è un moderno Don Giovanni che colleziona amanti a getto continuo, impossibilitato a resistere al fascino delle belle donne ("la compagnia delle donne mi era indispensabile; se non la loro compagnia, la loro vista") e soprattutto delle loro gambe, da cui è attratto in maniera particolare. A differenza del libertino mozartiano, è privo di vanità, di orgoglio maschile o di desiderio di sopraffazione. Tenero e quasi malinconico, sempre cortese e sensibile, corteggia e ama sinceramente tutte le donne che incontra e che lo colpiscono per un motivo o un altro. E da loro è ricambiato (non si "impone" mai), segno dei tempi che cambiano (un'era in cui nell'amore "ci sarà sempre una parte di gioco, ma stanno per cambiare le regole che lo conducono. I primi a sparire saranno senz’altro i rapporti di forza. Si giocherà ancora, ma alla pari"). Come per chiarire a sé stesso la natura del suo bisogno, decide di scrivere un libro di memorie, un testo autobiografico che comincia dai ricordi d'infanzia legati alla madre (che, come lui ma probabilmente per motivi diversi, passava da un amore all'altro) e prosegue raccontando numerose delle sue avventure galanti (e realizzando così, in fondo, un equivalente del "catalogo" di Don Giovanni). Dalla giovane prostituta che rappresentò la sua prima esperienza (da cui derivò "un gusto mai smentito per le donne che si incontrano per la strada"), che portava curiosamente lo stesso nome – Ginette – del suo primo amore di gioventù, alla problematica Delphine (Nelly Borgeaud), talmente gelosa e ossessiva da sparare al marito (e finire in prigione) pur di essere "libera" di stare con Bertrand; dalla proprietaria di un negozio di biancheria intima (Geneviève Fontanel) alla commessa di un autonoleggio (Sabine Glaser), da Véra (Leslie Caron), vecchia amante in cui si imbatte nuovamente a Parigi, ad "Aurora", di cui conosce solo la voce che gli dà ogni mattino la sveglia radiofonica. Per finire con Geneviève (Brigitte Fossey), impiegata della casa editrice cui ha mandato il proprio manoscritto, che verrà pubblicato con il titolo "L'uomo che amava le donne" subito dopo la sua morte. Già, perché per inseguire l'ennesimo paio di gambe per la strada verrà investito. E al suo funerale, che apre e chiude la pellicola incorniciando un lungo flashback (d'altronde il legame fra Eros e Thanatos, come sappiamo, è bello forte), si presenteranno solo donne, una piccola parte di tutte quelle che lui ha amato. Scritto dallo stesso Truffaut (nei momenti di pausa mentre si trovava come attore sul set di "Incontri ravvicinati del terzo tipo") insieme a Michel Fermaud e Suzanne Schiffman, nella sua delicata ma approfondita esplorazione delle tante "variazioni sul rapporto fra uomini e donne" il film ha il pregio di mantenersi sempre su un tono leggero, disincantato, a tratti quasi ironico, senza essere mai sfiorato dall'ombra di un giudizio morale (tanto meno negativo) su un personaggio che la stessa Geneviève – che in un certo senso è la "voce narrante" per noi spettatori – ci tiene a distinguere dalla figura classica del casanova o del dongiovanni. Denner, perfetto nel ruolo con la sua aria al tempo stesso tenebrosa e vulnerabile, aveva già recitato per Truffaut ne "La sposa in nero" e "Mica scema la ragazza!", mentre il vasto cast femminile è un rimando a quel "cinema dei ruoli secondari" come le pellicole di Carné e Prévert. Da notare che, pur essendo Bertrand il protagonista centrale, nelle sue interazioni con le donne sono quasi sempre queste a parlare, ad agire e ad essere inquadrate maggiormente dalla macchina da presa. Interessante anche l'approccio quasi "scientifico" che Bertrand ha nella ricerca e nell'abbordaggio, costruito più sulla cura dei dettagli che sullo sfruttamento del proprio fascino maschile (il che riflette in un certo senso il proprio lavoro come tecnico in un laboratorio di dinamica dei fluidi). Disseminate qua e là ci sono piccole auto-citazioni, variazioni quasi minime di situazioni viste in altri film del regista. Nel 1983 è uscito un remake americano di Blake Edwards con Burt Reynolds, virato in chiave psicanalitica (in italiano "I miei problemi con le donne").
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