17 giugno 2021

Il raggio della morte (Lev Kuleshov, 1925)

Il raggio della morte (Luch smerti)
di Lev Kuleshov – URSS 1925
con Sergei Komarov, Vsevolod Pudovkin
*1/2

Visto su YouTube, con sottotitoli.

In un paese occidentale non specificato (la Germania? i cattivi sfoggiano la svastica nazista come simbolo), i lavoratori della fabbrica Helium – che si oppongono ai progetti del proprietario di convertire l'intera produzione in pallottole – vengono oppressi e la loro rivolta soffocata nel sangue dalle milizie fasciste. Per sfuggire alle persecuzioni, uno dei capi della ribellione, Thomas Lann (Sergei Komarov), è costretto a cercare rifugio in Unione Sovietica con l'aiuto della spregiudicata avventuriera Edith (Aleksandra Khokhlova). Qui fa la conoscenza di Podobed (Porfiri Podobed), eccentrico scienziato che ha messo a punto un "raggio della morte" con cui può disintegrare oggetti a distanza. Le spie fasciste vogliono impadronirsene, ma Lann riuscirà a sgominarle e a riportare il raggio in patria per usarlo contro la flotta aerea nemica che si appresta a bombardare la fabbrica... Bizzarra commistione di avventura pulp, fantascienza (ante litteram) e propaganda comunista, con un ritmo serrato, scene d'azione (inseguimenti, combattimenti) e personaggi variopinti: la storia è molto complessa e confusa, oltre che piena di personaggi, tanto che deve ricorrere a numerosi cartelli (alcuni dei quali si limitano a commenti ironici) che rendono la vicenda un po' difficile da seguire. Come se non bastasse, l'ultimo rullo è andato perduto e quindi non possiamo assistere allo scontro finale e all'utilizzo del "raggio della morte". Forse proprio per la commistione di generi e la curiosa "fumettosità" dell'insieme, nonostante i temi fossero in linea con l'ideologia di stato, la pellicola fu male accolta in patria dalla critica: Kuleshov si giustificò dicendo che si trattava di un "esperimento" per mettere in pratica le proprie capacità professionali. Vsevolod Pudovkin e Vladimir Fogel sono le due spie fasciste in lotta fra loro per impadronirsi del "raggio della morte".

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