I ragazzi di Fengkuei (Hou Hsiao-hsien, 1983)
I ragazzi di Fengkuei (Fenggui lai de ren)
di Hou Hsiao-hsien – Taiwan 1983
con Niu Doze, Lin Hsiu-ling
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Visto in TV (RaiPlay), in originale con sottotitoli.
Ah-ching (Niu) e i suoi amici vivono nel villaggio costiero di Fengkuei, dove trascorrono il tempo bighellonando pigramente e facendo risse con altre bande di ragazzi. Decisi a mettere la testa a posto, si trasferiscono nella più grande città di Kaohsiung in cerca di lavoro. Ma anche qui non mancheranno le delusioni e le disavventure. Il quarto film di Hou Hsiao-hsien è il suo primo vero capolavoro. Scritto da Chu Tien-wen, con il quale il regista lavorerà in tutti i suoi film successivi (i due avevano già collaborato insieme alla sceneggiatura di "Growing up", uscito lo stesso anno e diretto da quel Chen Kunhou che qui è il responsabile della fotografia, film che secondo molti critici segna il punto d'avvio del Nuovo Cinema Taiwanese di cui proprio HHH – insieme ad Edward Yang – sarà uno dei principali esponenti), è un racconto di coming-of-age dai toni realistici, i cui i temi dell'amicizia e dell'adolescenza sono trasfigurati attraverso i ricordi d'infanzia. Il rapporto del protagonista con il proprio padre (divenuto disabile ma che continua a ricorrere nei suoi sogni e nelle memorie), quello con gli amici e quello con le ragazze (segnatamente Hsiao-hsing (Lin), fidanzata del vicino di casa che proviene dal loro stesso villaggio) è raccontato con sensibilità e attenzione, descrivendo personaggi e ambienti senza mai andare sopra le righe. Se i tre film precedenti di HHH, in particolare i primi due, obbedivano a loro modo a regole ed esigenze del cinema commerciale, qui si respira sincerità e un afflato personale senza filtri, come se i protagonisti fossero il regista stesso e i suoi collaboratori da giovani, spersi fra la fine della scuola, la spensieratezza dell'adolescenza, la speranza di un lavoro, l'inizio del servizio militare che incombe, nella disperata ricerca di un posto nel mondo e nella vita. E l'atmosfera è commentata e amplificata da una straordinaria colonna sonora a base di musica barocca (Bach e Vivaldi).
2 commenti:
Mi è capitato di vedere questo film, cercando un pò a caso e ne sono rimasta estusiasta. Che il mondo stia male e soprattutto che per i giovani la vita sia difficile è ormai sotto gli occhi di tutti, ma saperlo mostrare senza rabbia e senza patetismi retorici è un gran pregio.
Il segreto del film è proprio nella sensibilità, nella delicatezza e nella misura con cui si dipinge un ritratto (comunque realistico e senza sconti o retorica) della difficoltà della giovinezza e della crescita, dal rapporto con gli amici a quello con le ragazze, fino a quello (attraverso memorie e sogni) con i genitori (il padre disabile).
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