14 aprile 2021

La collina dei papaveri (Goro Miyazaki, 2011)

La collina dei papaveri (Kokuriko-zaka kara)
di Goro Miyazaki – Giappone 2011
animazione tradizionale
**1/2

Visto in TV (Netflix).

Orfana di padre, un marinaio morto nella guerra di Corea, la sedicenne Umi (soprannominata "Mer": entrambi i nomi significano "mare" rispettivamente in giapponese e in francese) abita nella vecchia casa dei nonni materni, ora trasformata in un ostello, e frequenta il liceo a Yokohama. Quando conosce Shun, ragazzo più grande di lei di un anno e impegnato attivamente a proteggere dalla demolizione il "Quartier Latin", il vecchio edificio che ospita svariati circoli culturali scolastici, fra i due scatta subito una simpatia reciproca, che sfocia in amore ma si scontra anche con la scoperta che potrebbero essere fratello e sorella... Secondo film da regista per Goro Miyazaki, sicuramente migliore del precedente "I racconti di Terramare". Sceneggiato da suo padre Hayao a partire da un breve shojo manga di Tetsuro Sayama e Chizuru Takahashi, ha fra i suoi punti di forza la ricostruzione ambientale e l'atmosfera quotidiana, retrò e nostalgica (siamo nel 1963), resa meravigliosamente tramite i disegni morbidi, gli scenari curati, una colonna sonora che ingloba canzoni di quegli anni (come la celebre "Sukiyaki" di Kyu Sakamoto) e personaggi simpatici. Peccato per la trama semplicistica e non troppo originale ("Sembra uno sceneggiato di terz'ordine", commentano gli stessi protagonisti). La versione italiana, pur con l'adattamento farraginoso del pessimo Cannarsi, mi è parsa più accettabile del solito (forse qualcuno gli avrà "aggiustato" un po' i dialoghi?). Il titolo fa riferimento alla collina su cui sorge la casa di Umi, che domina le acque del porto e sulla quale la ragazza issa ogni mattina delle bandiere di segnalazione su un pennone. Il quartiere Yamate di Yokohama è tuttora assai noto per le antiche dimore in stile europeo.

2 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Lo vidi al cinema, e... non ricordo ASSOLUTAMENTE NULLA 😅 se non la profonda delusione finale.

Christian ha detto...

In effetti la trama è davvero poca cosa... A me è piaciuto soprattutto per l'atmosfera quotidiana, nostalgica e retrò.