18 aprile 2021

Casa Shakespeare (Kenneth Branagh, 2018)

Casa Shakespeare (All is true)
di Kenneth Branagh – GB 2018
con Kenneth Branagh, Judi Dench
**

Visto in TV (Netflix).

Dopo aver diretto e recitato in moltissime pellicole tratte dalle commedie e dalle tragedie di Shakespeare, Kenneth Branagh interpreta direttamente il grande Bardo in questo biopic incentrato sugli ultimi anni della sua vita, da quando (nel 1613) lasciò definitivamente Londra, le scene teatrali e l'attività di scrittore per fare ritorno al proprio villaggio natale, Stratford-upon-Avon, dove morì tre anni più tardi. La scelta di tornare a casa, dove lo aspettavano la moglie Anne (Judi Dench) e le figlie Susanna (Lydia Wilson) e Judith (Kathryn Wilder), fu dovuta anche all'amarezza per il grande incendio che distrusse il Globe Theatre durante una rappresentazione del suo Enrico VIII (con il titolo alternativo "All is true", da cui il titolo originale di questo film). La pellicola, dall'andamento compassato e austero, non si incentra dunque sull'attività o la produzione letteraria di Shakespeare ma sul suo vissuto famigliare, sul difficile rapporto con la moglie e i parenti, e in particolare sul legame con il figlio Hamnet, morto undicenne di peste e che William sperava potesse seguire le sue orme, ritenendolo estremamente dotato come poeta. Nonostante piccoli colpi di scena e alcune sorprese nel finale, ne esce un personaggio – a dire il vero – poco interessante ("La vostra vita è stata piccola", gli dice il conte di Southampton (Ian McKellen), che invece ammira le sue opere, nella scena forse più significativa del film, quella in cui si suggerisce un amore omosessuale fra i due: in effetti lo scrittore dedicò al lord numerosi sonetti), che si dedica al giardinaggio, si tiene lontano dalle beghe locali e assiste quasi da spettatore ai piccoli problemi delle figlie (la maggiore è sposata con un medico puritano, la minore resiste al corteggiamento di un commerciante di liquori). Nemmeno tanto tra le righe, comunque, si analizza la società del tempo con tutti i suoi difetti (le pressioni religiose, il limitato ruolo della donna). Particolarmente curato l'aspetto visivo del film, con una fotografia iperrealistica. L'uscita in sala è stata annunciata e rinviata più volte: alla fine è arrivato il Covid e la pellicola è finita direttamente in TV.

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