Forza bruta (Jules Dassin, 1947)
Forza bruta (Brute force)
di Jules Dassin – USA 1947
con Burt Lancaster, Charles Bickford
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Visto in TV.
Nel carcere di Westgate, il capitano delle guardie Munsey (Hume Cronyn) usa la "forza bruta" per punire i detenuti e metterli l'uno contro l'altro, provocandoli allo scopo di suscitare una rivolta, destabilizzare l'anziano direttore e prenderne il posto. Ma la cosa gli sfuggirà di mano. Sceneggiato dal futuro regista Richard Brooks (da una storia di Robert Patterson, ispirata all'allora recente "Battaglia di Alcatraz" del maggio 1946), il capostipite di tanti film carcerari, passato alla storia per (l'allora) estrema violenza e brutalità, oltre che per il ritratto simpatetico di criminali e detenuti, al punto che nel finale è necessario l'intervento del medico del carcere (Art Smith) che si rivolge direttamente agli spettatori, affermando che "la fuga è impossibile". La storia, di impostazione corale, si concentra in particolare sui prigionieri della cella R17 – fra i quali Collins (Burt Lancaster) – che a turno rievocano il motivo per cui sono stati incarcerati o mostrano un breve flashback della propria vita precedente, spesso insieme a donne, mogli o compagne (fornendo l'occasione di dare spazio ad attrici come Yvonne De Carlo, Ann Blyth, Ella Raines e Anita Colby, che altrimenti non avrebbero trovato posto in una pellicola tutta ambientata in un setting esclusivamente maschile). Anche se Dassin non lo amava particolarmente, è stato uno dei lungometraggi più celebri del regista prima del forzato "esilio" in Europa in seguito al Maccartismo. Visto oggi, però, appare eccessivamente melodrammatico e irrimediabilmente datato, ricco di ingenuità e povero di ritmo, tranne forse nel finale in cui la rivolta scatena fiamme e distruzione fra le mura del carcere. Interessanti comunque le dinamiche interne della vita in prigione, come le crudeli punizioni che gli stessi reclusi impartiscono a chi, fra loro, si macchia della colpa di aver fatto la spia. Nel cast Sam Levene, Jeff Corey e John Hoyt. Charles Bickford è Gallagher, il "decano" dei prigionieri, che dapprima rifiuta la proposta di Collins di partecipare al progetto di fuga perché in attesa di un condono, e poi cambia idea quando questo gli viene negato senza motivo. La traccia audio della versione italiana tramessa in tv è molto deteriorata, con i dialoghi a stento intellegibili.
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