4 giugno 2019

Final Fantasy VII: Advent children (T. Nomura, 2005)

Final Fantasy VII: Advent children (id.)
di Tetsuya Nomura [e Takeshi Nozue] – Giappone 2005
animazione digitale
*1/2

Visto in TV, in originale con sottotitoli.

Due anni dopo la sconfitta di Sephiroth (al termine del videogioco "Final Fantasy VII"), in un pianeta in rovine e funestato da una strana malattia, un trio di misteriosi individui cerca di rintracciare i resti della creatura extraterrestre Jenova per resuscitarlo e distruggere il mondo. A loro si opporrà Cloud Strife, che dopo aver perso la voglia di lottare e di vivere tornerà così a battersi insieme ai compagni di un tempo (compresi gli "spiriti" degli amici defunti). Secondo film animato della franchise di "Final Fantasy" (dopo quello del 2001), ma primo a essere direttamente legato ai videogiochi, essendo infatti il sequel diretto del settimo capitolo della saga (il più popolare e di successo), di cui riprende ambientazione (un mondo fantasy post-industriale) e personaggi. Uscito in Giappone direttamente in home video, è stato poi "riveduto e corretto" nel 2009, quando è stata messa in commercio una versione (denominata "Complete", che è quella che ho visto) con circa mezz'ora di scene aggiuntive e una migliore qualità visiva. Nonostante il grande (ed evidente) sforzo produttivo, la pellicola però è quasi inguardabile per chi non è già un fan, per via di una trama confusa, fra noiosi concetti metafisici e la reintroduzione di personaggi ed elementi del gioco senza contesto (e senza spiegarli a uno spettatore che non li conoscesse). Abbiamo inoltre una grafica e soprattutto una regia da videogame, appunto, e un'animazione in CGI all'epoca magari all'avanguardia, ma che appare oggi molto datata; una sceneggiatura fatta di dialoghi stereotipati, con personaggi che vanno e vengono senza spiegazione; e l'assenza di quella varietà di scenari, di temi e di registri (ironia compresa), nonché il senso di esplorazione di un mondo, che caratterizzava il prototipo. Fra le poche cose da salvare, la scena della battaglia contro la creatura gigante evocata dai nemici (cui contribuiscono tutti quelli che erano personaggi giocabili), e le strizzatine d'occhio nella colonna sonora di Nobuo Uematsu (che ripropone diversi temi classici, come la fanfara della vittoria che qui è la suoneria di un cellulare). Tutto sommato accettabile lo stile iper-realistico dei personaggi (migliore di quello del film precedente), anche se rimpiango la grafica super-deformed del videogioco (e a questo punto mi chiedo se non sarebbe stato meglio girare un film in live action). Tetsuya Nomura era il character designer del gioco originale. L'adattamento dei sottotitoli italiani lascia parecchio a desiderare, con frasi che suonano poco scorrevoli, a tratti incomprensibili, e non sempre coerenti con la traduzione del gioco.

0 commenti: