Anteprime dal festival di Cannes 2019 - conclusioni
Una rassegna in formato ridotto (come l'anno scorso) ma di qualità medio-alta. La Palma d'Oro "Parasite" – forse il più bel film dell'anno – mi ha riconciliato, in un certo senso, con il cinema di Bong Joon-ho, che in passato avevo sempre trovato un po' sopravvalutato. Molto interessante anche l'esordio di Ladj Ly, "I miserabili", il cui realismo documentaristico si sposa bene con l'arte del racconto. Buoni ricordi mi lasceranno anche i lavori di Céline Sciamma e di Elia Suleiman, anche se non si tratta certo di capolavori. L'unica delusione è stata la pellicola cinese di Diao Yinan, "The wild goose lake", da cui mi aspettavo sinceramente di più: ottima la forma, meno i contenuti. Il tema prevalente è stato quello dell'osservazione della realtà e soprattutto degli aspetti sociali delle comunità in cui viviamo, che siano città (Suleiman), quartieri o sottoboschi criminali (Ly, Diao), nuclei familiari (Bong) o rapporti sentimentali (Sciamma).
0 commenti:
Posta un commento