Forza maggiore (Ruben Östlund, 2014)
Forza maggiore (Turist, aka Force majeure)
di Ruben Östlund – Svezia/Francia/Norvegia 2014
con Johannes Bah Kuhnke, Lisa Loven Kongsli
***
Visto in TV.
In vacanza per una settimana bianca in un comprensorio sciistico sulle Alpi, una famiglia svedese vede incrinarsi la fiducia e l'armonia al proprio interno quando il primo impulso del capofamiglia Tomas, di fronte a una valanga che sembra stare per abbattersi sulla terrazza del ristorante dove si trovano, è quello di fuggire precipitosamente, abbandonando la moglie e i figli. Una volta scampato il pericolo, l'uomo si ritroverà a dover fare i conti con sé stesso. Ambientato durante quella che avrebbe dovuta essere una settimana bianca idilliaca (il resort è modernissimo, le piste sono vuote e pulite, la famiglia appare all'inizio sin troppo perfetta), il film scava con ficcante lucidità e una punta di cinismo nella psicologia dei suoi personaggi: da Tomas, che inizialmente nega l'accaduto o cerca di rimuoverlo, perché incapace di accettare la parte di sé più debole o di cui si vergogna; a Ebba che non riesce a dimenticare quel che è successo e andare oltre (al punto da fare un "processo" al marito davanti agli amici). E si discute sul come reagire alla paura e alle situazioni di pericolo, sull'importanza degli affetti e dei legami familiari, sui dubbi e le paranoie. Östlund, che aveva iniziato la propria carriera dirigendo proprio alcuni filmati e documentari a tema sciistico, ha affermato di essersi ispirato al caso del capitano Schettino e ad alcuni video su YouTube (come questo per la scena finale). Notevole l'utilizzo della musica di Vivaldi (l'estate dalle "Quattro stagioni"), abbinata alle immagini notturne delle piste vuote, scosse dalle esplosioni o battute dai gatti delle nevi, in un'atmosfera quasi irreale. Il film è stato girato in Francia (a Montchavin-La Plagne) e Italia (al Passo dello Stelvio).
4 commenti:
Film molto interessante che ci ricorda come noi "siamo agiti da forze più grandi di noi". L'impulso a salvarsi e fuggire è uno dei più innati e primordiali e il risentimento della moglie, pur comprensibile in una dinamica di protezione della prole, anch'essa primordiale, appare un pò moralistica ed egoista. Niente a che vedere con il cinico comportamento di Schettino, che aveva tutto il tempo per fare il proprio dovere...
La moglie però non è risentita soltanto perché il marito ha avuto l'impulso di fuggire, ma anche perché in seguito nega che sia accaduto. Il film è molto bello nel mettere in scena tante dinamiche a partire da un episodio in cui, in fondo, non succede nulla di irreparabile...
L'ho rivisto proprio recentemente, non in tv, insieme a mia madre e devo dire che mi ha colpito come la prima volta in cui l'avevo visto, proprio perché, secondo me, ci mette proprio a nudo e ci fa interrogare sulla reale percezione che abbiamo noi in primis di noi stessi, ma anche gli altri nei nostri confronti.
Grazie per il commento! Sì, Ostlund (come ha confermato poi nel successivo "The square") ha questa capacità di scandagliare nel nostro intimo e di riportare alla luce quegli istinti "naturali" e selvatici che la società e la civiltà vorrebbe ignorare o dimenticare.
Posta un commento