28 aprile 2019

My heart is that eternal rose (P. Tam, 1989)

My heart is that eternal rose (Sha shou hu die meng)
di Patrick Tam – Hong Kong 1989
con Kenny Bee, Joey Wong, Tony Leung Chiu-wai
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Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Per aver fatto uno sgarbo a un potente gangster cinese, il giovane Rick (Kenny Bee) è costretto a lasciare Hong Kong e rifugiarsi nelle Filippine. Sei anni dopo, diventato un killer, tornerà per portare a termine un contratto. E scoprirà che la donna che ha sempre amato, Lap (Joey Wong), non l'aveva tradito come gli aveva fatto credere, ma era stata costretta a diventare l'amante del boss Shen (Chan Wai-man) pur di salvare la vita al proprio padre. I due progettano di fuggire insieme, ma ci rinunceranno per salvare l'amico Cheung (Tony Leung Chiu-wai), che li ha aiutati, dalla vendetta di Shen. Il capolavoro di Tam, mentore di Wong Kar-wai, è uno struggente melodramma a sfondo gangsteristico caratterizzato da lenti movimenti di macchina, dalla fotografia colorata e avvolgente di Christopher Doyle (che ricorda il cinema di Fassbinder) e da una bella colonna sonora (con il tema cantato dalla Wong): forse gli mancano situazioni o personaggi iconici come i contemporanei film di John Woo o dello stesso Wong Kar-wai, ma va considerato a pieno diritto come uno dei film più interessanti della new wave del cinema hongkonghese di fine anni '80 e inizio anni '90 e del filone dell'heroic bloodshed (si pensi alla violenta sparatoria nel finale, con un montaggio alla Peckinpah, in cui Rick che rimane in piedi e continua a sparare anche se già trafitto di colpi). In effetti, ha molti temi in comune con il più celebre (in occidente) "A better tomorrow": l'amicizia, il sacrificio, l'impossibilità di ricostruirsi una vita ("I tempi passati non possono più tornare", dice Lap a Rick); e in più ci aggiunge l'amore, rendendo il personaggio femminile l'autentico protagonista della vicenda (mentre i due maschili si danno quasi il cambio sotto i riflettori: all'inizio c'è Kenny Bee, ma alla distanza – anche per la maggior espressività come interprete – esce Tony Leung). Il titolo internazionale (quello originale significa "L'illusione di un killer") è una frase di Antonin Artaud. Nel cast anche Gordon Liu (lo sgherro "cattivo" di Shen) e Ng Man-tat (il poliziotto corrotto).

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