Killing Jesus (Laura Mora, 2017)
Killing Jesus (Matar a Jesús)
di Laura Mora Ortega – Colombia 2017
con Natasha Jaramillo, Giovanny Rodríguez
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Visto allo Spazio Oberdan, con Marisa e Patrizia,
in originale con sottotitoli (FESCAAAL).
Studentessa di fotografia e figlia ribelle di un professore universitario "scomodo", Paula vede uccidere il padre in strada davanti ai propri occhi a colpi di pistola da un giovane che poi fugge in moto. Il suo mondo felice e disimpegnato crolla, e la ragazza si ritrova frustrata dall'apparente disinteresse della polizia. Quando rivede per caso lo stesso ragazzo, Jesús, pochi mesi dopo in una discoteca, comincia a frequentarlo con l'intenzione, prima o poi, di ucciderlo... Parzialmente autobiografico, un film assai intenso e autentico, sia pure su un tema classico come quello della vendetta, ambientato in una Medellin dai due volti, le cui strade sono oscure e pericolose ma possono in attimo illuminarsi per le luci di Natale o riempirsi di persone in festa per una partita di calcio, dove si uccide senza troppo pensare alle conseguenze ma dove i legami familiari e di amicizia tengono a galla le esistenze di molte persone, dove amore e odio si mescolano e un gesto di generosità e di affetto (così come uno di tradimento e di aggressione) può provenire da chiunque in qualsiasi momento, proprio come meravigliosi punti panoramici si nascondono nei luoghi più impensati. L'uso della camera a mano, anziché essere fastidioso, contribuisce a calare lo spettatore nella realtà di Paula e del mondo violento che, per scelta, si trova a frequentare: allo stesso realismo e alla stessa intensità concorre la scelta di ricorrere ad attori non professionisti per le due parti principali. Molto bella anche la fotografia di James L. Brown, che immerge lo spettatore nell'ambiente circostante. Il film è dedicato al padre della regista, che come nel film fu ucciso davanti ai suoi occhi: nella realtà Laura Mora non incontrò mai il giovane killer, se non (ripetutamente) nei suoi sogni.
2 commenti:
Film bellissimo, molto profondo anche nel riconoscimento che persino nell'assassino del proprio amatissimo padre si cela un essere umano a 360 gradi, in grado di commuovere e suscitare pietà.
I veri colpevoli sono molto spesso l'ignoranza e la miseria, sia materiale che morale...
Mi è sembrato un film molto coinvolgente e stimolante, infatti!
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