6 dicembre 2020

Soldato Jane (Ridley Scott, 1997)

Soldato Jane (G.I. Jane)
di Ridley Scott – USA 1997
con Demi Moore, Viggo Mortensen
**

Rivisto in DVD.

Nell'ottica di integrare anche le donne nei reparti più specializzati della marina e dell'esercito degli Stati Uniti, il tenente Jordan O'Neill (Demi Moore) – soprannominata "G.I. Jane" dalla stampa – viene ammessa al corso di addestramento più duro di tutti, quello del corpo scelto dei Navy SEAL. Accolta inizialmente con aperta ostilità e con molti pregiudizi di genere, e sottoposta a un programma di addestramento massacrante e intensivo agli ordini del severo istruttore capo John James Urgayle (Viggo Mortensen), O'Neill rinuncerà a ogni trattamento diverso dagli altri (sia in senso positivo che negativo: non vuole né discriminazioni né favoritismi) e saprà guadagnarsi pian piano il rispetto dei compagni, fino a guidare il proprio gruppo al salvataggio dell'istruttore durante un'esercitazione al largo delle coste libiche che si tramuta, per via di un'emergenza, in una vera missione. Sceneggiato da David Twohy da un soggetto di Danielle Alexandra, un film che nelle intenzioni vorrebbe essere un manifesto per la parità di genere e contro i pregiudizi nell'esercito, ma che a conti fatti si rivela una pellicola enfatica, esagerata e testosteronica (fra le scene clou: il momento in cui la protagonista si rade i capelli per adeguarsi al taglio dei compagni, con paragone esplicito a Giovanna d'Arco; e il grido di orgoglio e ribellione verso l'istruttore: "Succhiami il cazzo!"). Mascolina, muscolosa, in canottiera o divisa, O'Neill ricorda la Vasquez di "Aliens". La regia di Ridley Scott (che dopo "Alien" e "Thelma & Louise" si mette al servizio di un'altra "donna forte"), la fotografia di Hugh Johnson e, tutto sommato (checché se ne dica), le buone interpretazioni garantiscono comunque una discreta confezione, rendendo il film decisamente guardabile (a tratti anche con un discreto e perverso piacere). Debole invece la caratterizzazione dei personaggi, inesistente o puramente funzionale alla storia: O'Neill, che afferma di lottare per sé stessa e non per un principio, quasi non ha voce all'interno della storia, mentre l'unico tratteggiato con qualche originalità è l'istruttore interpretato da Mortensen, severo ma giusto e a tratti enigmatico, che lascia intravedere caratteristiche interessanti (come l'amore per la cultura e la poesia: legge Neruda, Coetzee e D.H. Lawrence, e ascolta Puccini) e il cui rapporto con O'Neill evolve nel tempo sostenendo l'interesse dello spettatore. Se la parte dell'addestramento è potente e viscerale, nella seconda metà il film deraglia un po' (e finisce col sembrare una versione seria di "Stripes" di Ivan Reitman). Anne Bancroft è la senatrice texana che all'inizio sembra battersi per la parità dei diritti e che promuove la partecipazione di O'Neill all'addestramento, salvo sacrificarla poi per ragioni di opportunità politica. Nel cast anche Jason Beghe, Josh Hopkins e Jim Caviezel.

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