Reazione a catena (Mario Bava, 1971)
Reazione a catena (aka Ecologia del delitto)
di Mario Bava – Italia 1971
con Claudine Auger, Luigi Pistilli
**1/2
Visto in TV.
La morte della contessa Federica (Isa Miranda), paralitica proprietaria di una tenuta su una baia che fa gola a molti, dà il via a una serie di omicidi che coinvolge tutti coloro che le stanno attorno. Cinicissimo giallo-nero nel quale Bava inscena, come da titolo, una serie di cruenti delitti: se all'inizio sembra di assistere a un giallo che ci invita a indovinare l'identità dell'assassino (cosa difficile, perché tutti sembrano nutrire interessi verso la tenuta della contessa), ben presto ci rendiamo conto che nessuno è innocente. E man mano che si procede nella catena degli omicidi, con numerose sequenze splatter e gore (la pellicola è a tutti gli effetti un'antesignana degli slasher degli anni ottanta), ci accorgiamo che non c'è alcun protagonista positivo (anzi: a prescindere dallo stato sociale o da qualsiasi altra caratteristica, tutti sono ugualmente e "democraticamente" cattivi, avidi, disprezzabili), fino allo sberleffo finale appena prima dei titoli di coda. Proprio l'apparente nichilismo, o il pessimismo cosmico se vogliamo (ma senza compiacimento), diventa così la ragion d'essere della pellicola, una delle poche di cui il regista si dichiarò soddisfatto (e che potè girare senza pressioni o imposizioni indesiderate da parte dei produttori). Fra gli interpreti: Leopoldo Trieste e Laura Betti (l'entomologo Paolo e sua moglie Anna), Chris Avram e Anna Maria Rosati (l'architetto Franco e la sua amante Laura), Claudio Volonté (il pescatore Simone, figlio illegittimo della contessa), Giovanni Nuvoletti (Filippo, il marito della contessa), Claudine Auger e Luigi Pistilli (Renata, la figlia di quest'ultimo, e suo marito Alberto), Brigitte Skay, Paola Rubens, Guido Boccaccini e Roberto Bonanni (i quattro ragazzi Sylvie, Denise, Luca e Roberto). Memorabile il nudo integrale della Skay, quando si tuffa nella baia e trova uno dei cadaveri. Da sottolineare anche la fotografia dello stesso Bava, dominata dalle tinte fosche e dai colori autunnali, e la regia dinamicissima, con camera a mano, movimenti rapidi e soggettive per accrescere la tensione. Gli effetti speciali sono di Carlo Rambaldi, la musica di Stelvio Cipriani. Lamberto Bava, figlio del regista e suo assistente, avrebbe diretto alcune sequenze (come quella della morte di Simone).
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