12 dicembre 2020

Amen (Kim Ki-duk, 2011)

Amen (id.)
di Kim Ki-duk – Corea del Sud 2011
con Kim Ye-na, Kim Ki-duk
**1/2

Visto su YouTube, per ricordare Kim Ki-duk.

Una ragazza coreana (Kim Ye-na) sbarca a Parigi in cerca di qualcuno (forse il suo innamorato?). La giovane vaga per la città, citofona inutilmente ai recapiti di cui dispone, grida il nome dell'uomo che sta cercando in mezzo alla folla, prende treni per Venezia prima e per Avignone poi, ma invano. Nello scompartimento di uno di questi treni, viene addormentata, derubata e violentata da uno sconosciuto in tuta mimetica e maschera antigas, che in seguito comincia a pedinarla di nascosto. Quando la ragazza scopre di essere rimasta incinta, lo sconosciuto la approccia, chiedendole di tenere il bambino... Forse il film più esile e minimalista di Kim, girato "in trasferta" con la camera a mano, senza dialoghi (il rumore di fondo è in presa diretta) e con una sola attrice (anzi due: il regista stesso, oltre a reggere la videocamera, interpreta l'uomo con la maschera antigas). In questo estremo artigianalismo non è molto diverso dal precedente "Arirang": ma se quello era una confessione a cuore aperto, qui Kim sembra quasi volersi imporre una sorta di invisibilità, cancellando persino il proprio volto, continuando però ad espiare i propri peccati. E perciò, anche se la prima impressione è che la trama sia stata improvvisata sul momento, non si può negare che non manchino l'interesse e l'intensità: si partecipa al viaggio e alle vicende della protagonista senza nome, sola in terra straniera, e si rimane stranamente avvinti dal suo volto irregolare, dalle sue lacrime, dalle notti trascorse sulle panchine, e dal mistero dell'uomo che la segue (spesso l'inquadratura corrisponte alla soggettiva di questi) donandole denaro o abiti, sentendosi in colpa per ciò che ha fatto. Espliciti anche alcuni sottotesti religiosi, a partire dal titolo e dalle sequenze ambientate in chiesa o presso luoghi di culto, quasi a voler leggere la vicenda come quella di una novella Maria di fronte al mistero dell'annunciazione. Musica di Schubert (l'Andantino D. 959).

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