7 dicembre 2020

American animals (Bart Layton, 2018)

American animals (id.)
di Bart Layton – USA 2018
con Barry Keoghan, Evan Peters
**1/2

Visto in TV.

Per il suo secondo lungometraggio, Layton ricorre ancora una volta a una storia vera (come nel precedente "L'impostore"), raccontando del furto di alcuni libri rari (fra cui una copia de "L'origine della specie" di Darwin, da cui proviene la frase che apre il film e gli dà il titolo) da una biblioteca universitaria nel Kentucky da parte di quattro studenti, più o meno sbandati. Interviste ai veri protagonisti del furto (nonché ai loro genitori e a un professore) inframmezzano le sequenze girate con attori che li impersonano (Barry Keoghan, Evan Peters, Jared Abrahamson e Blake Jenner), rendendo la pellicola qualcosa a metà fra il film di finzione e il documentario. E tanti piccoli dettagli cambiano a seconda di chi li racconta, come a voler comunicare che siamo di fronte a una ricostruzione che può non essere del tutto attendibile. Questa struttura, nonché l'ottima regia e le buone interpretazioni, si abbinano però a una storia non eccessivamente originale e forse meno interessante della precedente. Per lo meno i personaggi sono ben costruiti: i quattro studenti che si improvvisano rapinatori, preparando in anticipo ogni dettaglio – anche attraverso la visione di film celebri basati su furti e rapine (guardano "Rapina a mano armata" di Kubrick, si affibbiano soprannomi basati sui colori come ne "Le iene" di Tarantino) – ma poi pasticciando e commettendo innumerevoli errori, e che esibiscono paure, perplessità, incertezze e ripensamenti, fino ai sensi di colpa che conducono al loro inevitabile arresto, sono ragazzi anche brillanti che soffrono nel sentirsi ingranaggi di un sistema, che sognano la libertà e vogliono distinguersi in un'impresa fuori dal comune: lo specchio di una gioventù che, guidata dal sogno americano, aspira ad elevarsi al di sopra degli altri e di raggiungere il successo a tutti i costi, anche con scorciatoie illegali. Il regista ce li mostra in chiave simpatetica, anche se il suo sguardo è, appunto, quasi zoologico o entomologico. Piccola parte per Udo Kier nel ruolo del ricettatore olandese.

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