19 dicembre 2020

Green fish (Lee Chang-dong, 1997)

Green fish (Chorok mulkogi)
di Lee Chang-dong – Corea del Sud 1997
con Han Suk-kyu, Shim Hye-jin, Moon Sung-keun
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Tornato a casa dopo il servizio militare, il ventiseienne Mak-dong (Han) trova la propria famiglia e l'intero mondo intorno a sé nel caos più completo. I fratelli si sono allontanati l'uno dall'altro e vivono allo sbando e in difficoltà economica, il quartiere si sta trasformando in peggio, e dove c'erano vasti campi stanno per sorgere moderni palazzoni. L'incontro con la misteriosa Mi-ae (Shim), cantante in un cabaret e "pupa" del boss locale Bae Tae-gon (Moon), porta Mak-dong in contatto col sottobosco della malavita: preso in simpatia dal boss per via del suo coraggio e del suo carattere schietto, ne diventa presto uno degli uomini più fidati, occupandosi dei lavori più pericolosi nella speranza di guadagnare il denaro necessario a riunire i propri parenti e aprire un ristorante a gestione familiare... L'opera prima di Lee Chang-dong, il futuro regista di "Peppermint candy" e "Poetry", è un film intenso e ricco di ingredienti, forse fin troppi: la famiglia di Mak-dong, le faide fra bande di gangster, il rapporto con Mi-ae, la società coreana che cambia, il desiderio di rivalsa e quello, parallelo, del ritorno alla felicità dell'infanzia (il titolo fa riferimento a un pesce preso da Mak-dong da ragazzo, simbolo – come la slitta di "Quarto potere" – della spensieratezza di gioventù e di un momento in cui la famiglia era unita). Il tutto si colloca in una società corrotta (poliziotti e politici prendono le mazzette) e un mondo violento, dove c'è poco scampo per i puri, per chi agisce solo in base ai propri istinti o sentimenti, e per chi insegue un sogno: quello del protagonista verrà infatti realizzato solo dopo la sua morte, e a rendersi conto del suo sacrificio sarà chi gli è sopravvissuto, come Mi-ae (incinta forse di lui): la scena in cui viene uccisa la gallina per preparare la zuppa per lei richiama in un certo senso proprio il sacrificio di Mak-dong. Bella e già matura la regia (Lee, anche sceneggiatore, aveva lavorato come assistente in un paio di pellicole, prima di decidere di fare il gran salto dietro la macchina da presa), bravi gli attori e interessante la colonna sonora melodica (che richiama a tratti il Morricone di "C'era una volta in America" e il Bernard Herrmann di "Taxi driver"). Alcune sequenze (quella nei bagni pubblici e quella nella cabina telefonica, improvvisata da Han) sono entrate nella memoria collettiva dei cinefili coreani.

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