Scrooge, or, Marley's ghost (W. Booth, 1901)
Scrooge, or, Marley's ghost
di Walter R. Booth – GB 1901
con Daniel Smith
Visto su YouTube.
La vigilia di Natale, l'anziano e tirchio banchiere Ebenezer Scrooge – che rifiuta di celebrare la festività – riceve la visita del fantasma del suo defunto socio Marley, che gli mostra i Natali del passato (ovvero i momenti felici della sua giovinezza), quelli del presente (l'impiegato Bob Cratchit e il nipote Fred che festeggiano in famiglia e brindano alla sua salute) e quelli del futuro (la sua tomba, la morte per malattia del piccolo Tim, figlio di Bob). Di fronte a queste visioni, Scrooge rinnega il proprio egoismo e giura di cambiare vita (quest'ultima scena è andata perduta). La prima versione filmata in assoluto del “Canto di Natale” di Dickens è una pellicola notevole anche (e soprattutto) per un aspetto secondario: si tratterebbe del primo utilizzo degli intertitoli (i “cartelli” con scritte che separano una scena dall'altra) nella storia del cinema. A dire il vero, già l'anno precedente c'era stato l'inserimento di parole scritte a mano in “How it feels to be run over” di Cecil M. Hepworth, un altro regista inglese, ma in quel caso sembrava trattarsi del baloon di un fumetto, una frase espressa da uno dei personaggi o forse dal cineasta stesso a commento della vicenda. Qui, invece, i cartelli introducono le varie scene del film come per dividerlo in capitoli e preavvisano lo spettatore di quello che sta per accadere (oltre a far pronunciare alcune frasi ai personaggi, come il brindisi “To Mister Scrooge!”), e inoltre le scritte sono composte con caratteri tipografici come sarà lo standard per quasi tutta l'epoca del muto. Per il resto, la pellicola ricorre a molti elementi tecnici già in voga al momento della sua realizzazione, come il montaggio di più sequenze con stacchi e dissolvenze, e l'utilizzo della sovrimpressione per realizzare gli effetti speciali del fantasma (nell'ultima scena, curiosamente, questo è invece interpretato direttamente da un attore al fianco del protagonista, perdendo l'aura “sovrannaturale”) e delle visioni delle scene del passato di Scrooge (da notare i teli neri che consentono di renderle meglio visibili). La vicenda è assai compressa e i personaggi non sono propriamente introdotti: di fatto si dà per scontato che lo spettatore conosca già la storia per aver letto il racconto (o averne vista una riduzione teatrale, come il popolare “Scrooge” di J.C. Buckstone, allestito a Londra proprio nel 1901). E tuttavia la pellicola si prende qualche libertà: per semplificare, è sempre il fantasma di Marley a guidare Scrooge alla scoperta dei suoi Natali passati, presenti e futuri, mentre nel testo di Dickens erano tre spiriti differenti. Prodotto da Robert W. Paul, il film fu distribuito nel novembre 1901 riscuotendo un grande successo. Il regista Walter Booth era (come Méliès!) un illusionista prestato al cinema.
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