28 dicembre 2019

I viaggi di Gulliver (Georges Méliès, 1902)

I viaggi di Gulliver
(Le voyage de Gulliver à Lilliput et chez les Géants)
di Georges Méliès – Francia 1902
con Georges Méliès

Visto su YouTube.

Con i cospicui incassi dei suoi successi recenti (il “Viaggio nella Luna” ma anche “L'incoronazione di Edoardo VII”), Méliès potè finanziare altre pellicole ambiziose, come gli adattamenti del “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe (circa 15 minuti, di cui purtroppo sopravvivono soltanto alcuni frammenti) e dei “Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift (di "soli" 4 minuti): di questo romanzo, infatti, sceglie di filmare soltanto alcune scene che vedono il protagonista (interpretato dallo stesso regista) alle prese con i minuscoli Lillipuziani e con i colossali Giganti, sfruttando la tecnica dell'esposizione multipla per mettere in scena le differenze di dimensioni. Assistiamo così all'arrivo di Gulliver di notte nel paese di Lilliput, dove cammina al di sopra delle case degli abitanti; al suo incontro con i Lillipuziani, che lo legano e lo attaccano mentre dorme; a una scena in cui, dopo aver fatto amicizia con loro, viene nutrito, ne incontra la regina, e poi li aiuta a spegnere un incendio (usando la bottiglia del selz!); e infine al faccia a faccia con i Giganti, seduti attorno a un tavolo a giocare a carte (in una scena che ricorda il primissimo film del regista francese, “Una partita a carte”, appunto), dopodiché cerca inutilmente di parlare con la principessa che non riesce a udirlo perché è troppo piccolo. Oltre all'esposizione multipla, il film fa uso di modellini e di maschere per fondere insieme in maniera accurata i vari elementi dell'immagine. Per poter allontanare la macchina da presa a sufficienza, in modo da far apparire piccoli i Lillipuziani (o lo stesso Gulliver nella scena con i Giganti), il film venne girato parzialmente in esterni, nel giardino della casa di Méliès a Montreuil. Come altri suoi lavori, anche questo venne rapidamente "piratato" negli Stati Uniti. Da notare come la copia esistente sia colorata a mano usando mascherini (stencil), un metodo diverso da quello a mano libera usato solitamente per i film del regista francese.

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