Giocando nei campi del signore (H. Babenco, 1991)
Giocando nei campi del signore (At Play in the Fields of the Lord)
di Héctor Babenco – USA/Brasile 1991
con Aidan Quinn, Tom Berenger
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Visto in divx alla Fogona, con Marisa.
Il giovane pastore protestante Martin (Aidan Quinn), insieme alla moglie Hazel (Kathy Bates) e al figlio Billy, si reca in Brasile per unirsi alla missione del collega fondamentalista Leslie (John Lithgow) nel tentativo di convertire una tribù di indios, i Niaruna. L'incontro con questi, che vivono ancora allo stato selvaggio all'interno della foresta amazzonica, cambierà le sue prospettive e metterà in crisi le sue certezze e la sua fede. Lo stesso capiterà a Lewis Moon (Tom Berenger), indiano americano che viaggia insieme all'avventuriero Wolf (Tom Waits): incaricati da Guzman, il comandante della polizia locale, di scacciare i Niaruna dal loro territorio per lasciare spazio ai cercatori d'oro, si unirà invece a loro, sospinto dal desiderio di inseguire le proprie radici di pellerossa e di riscoprire la sua vera natura. Da un romanzo di Peter Matthiessen, una pellicola epica, drammatica e fluviale (dura oltre tre ore) che fa riflettere sui temi del confronto fra culture, del rispetto delle religioni altrui, e della scoperta del lato primigenio di sé. I personaggi si dividono essenzialmente in due: quelli che subiscono il fascino degli indios, che cercano di comprenderli o ne sono quantomeno attratti e incuriositi (Lewis Moon, Martin, ma anche suo figlio Billy che non perde tempo a giocare nudo insieme ai bambini "selvaggi"), e quelli che invece li rifuggono, li disprezzano o li vedono soltanto a scopi utilitaristici, per "civilizzarli" o sfruttarli (Leslie, Hazel, Guzman). I primi, fra i quali va annoverata anche Andy (Daryl Hannah), la moglie di Leslie, piombano prima o poi in una crisi (che sia personale o spirituale) che li spinge a mettere in discussione le proprie certezze; i secondi, invece, proseguono imperterriti sulla loro strada, destinata a portare morte e distruzione. E quasi non si accorgono della relatività dei loro ideali, di quanto siano insignificanti le piccole differenze (i protestanti contro i cattolici, che si vedono in "opposizione" quando per gli indios non c'è alcuna differenza), o di come sia dannoso voler imporre agli altri il proprio sistema di valori (in questo il prete cattolico locale sembra guardare molto più lontano). Certo, il film ha anche i suoi difetti (la lunghezza e la poca linearità della sceneggiatura sono figli dell'adattamento letterario), ma l'aria che si respira (fra "Mission" e il cinema di Peter Weir e Werner Herzog), grazie anche agli scenari amazzonici, gratifica ampiamente lo spettatore. Fra le scene memorabili, il volo di Tom Berenger e Tom Waits sull'aeroplano biposto verso le cascate, e l'incontro fra Lewis Moon e una Daryl Hannah nuda nel bel mezzo della foresta. Il produttore Saul Zaentz aveva provato ad adattare il romanzo di Matthiessen sin dalla sua pubblicazione nel 1965. James Cameron ha citato il film come uno di quelli che più lo hanno ispirato nella realizzazione di "Avatar".
6 commenti:
Aspettavo la tua recensione per unirmi all'apprezzamento. Per me è stata una specie di rivelazione e amore a prima vista, con tutto il pathos e la tristezza che mi ha lasciato per l'inevitabile distruzione del mondo cosidetto "primitivo", quando ha la disavventura di essere "scoperto" dal nostro. E' sempre andato così e non ne abbiamo ancora elaborato il lutto...
"Chi lo sa che cosa potremmo imparare dai nostri poveri indios, se non stessimo sempre a insegnar loro", commenta il prete cattolico. Il desiderio di convertire, di colonizzare e di conquistare le popolazioni primitive senza prima cercare di comprenderle (per non parlare dell'opzione di lasciarle stare semplicemente in pace) ha provocato tanti danni...
non lo conoscevo, lo cerco, grazie della segnalazione
Babenco è famoso soprattutto per "Il bacio della donna ragno", ma ha fatto parecchi altri film interessanti, come questo. Come ho scritto, per me ci sono echi di Weir e Herzog...
"Il film dal titolo "Giocando nei Campi del Signore" diretto dal grande e compianto Hector Babenco, è un capolavoro assoluto. Tom Berenger (grandissimo attore sottovalutato), meritava di essere premiato con l'oscar
Sono d'accordo sul valore altossimo do questo film e trovo che Babenco, non solo il bravissimo Tom Berenger, sia stato dalla critica internazionale sempre sottovalutato e non solo per questo film. Anch'io lo rimpiango molto.
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