Platform (Jia Zhangke, 2000)
Platform (Zhantai)
di Jia Zhangke – Cina 2000
con Wang Hongwei, Zhao Tao
**1/2
Visto in divx, in originale con sottotitoli.
La vita di Cui Mingliang (Wang Hongwei), membro di una compagnia teatrale itinerante di canto e di ballo, e dei suoi amici Yin Ruijuan (Zhao Tao), Zhang Jun (Liang Jingdong) e Zhong Ping (Yang Tianyi), nella Cina dal 1979 al 1989, ovvero dagli ultimi strascichi della Rivoluzione Culturale maoista ai primi segnali della globalizzazione con l'apertura alle influenze occidentali (evidenti dal cambiamento degli spettacoli allestiti dai ragazzi: si passa da canti popolari, didattici e patriottici a canzoni pop o rock e numeri di breakdance). La storia si svolge a Fenyang, la città natale del regista (nella provincia settentrionale di Shanxi), ma i ragazzi portano i loro spettacoli dapprima nei villaggi vicini e poi in regioni anche più remote, come la Mongolia interna. I cambiamenti della Cina a livello sociale, economico e politico fanno da sfondo alle vicissitudini, agli amori, alle esperienze artistiche dei giovani protagonisti, che rispetto ai genitori sono meno interessati alle ideologie e più aperti alla vita. Cui Mingliang è innamorato di Yin Ruijuan, nonostante l'opposizione dei padre di lei. Zhang Jun mette incinta Zhong Ping e va a viverci insieme, pur non essendo sposati. Sanming (Han Sanming), cugino di Mingliang che non ha completato gli studi, è costretto a lavorare in una miniera di carbone. E nel frattempo la compagnia teatrale viene privatizzata, gli elettrodomestici arrivano in ogni casa, gli eventi della vita portano i ragazzi a cambiare lavoro o a prendere strade diverse... Al secondo lungometraggio, Jia Zhangke è già padrone della materia trattata: pur con qualche lungaggine (il film dura due ore e mezza), c'è grande attenzione alla descrizione dell'ambiente, alle interazioni fra i personaggi, ma soprattutto al racconto – attraverso piccoli e grandi episodi – di un paese in profonda e costante trasformazione. In una scena, i protagonisti cantano "Bella ciao" in cinese. Zhao Tao (destinata a diventarne la musa) recita qui per la prima volta in un film del regista. Il titolo (la piattaforma ferroviaria) si riferisce alla metafora ricorrente del treno, presente nel primo spettacolo cui assistiamo, in una delle canzoni pop eseguite più avanti, nel fatto che uno dei punti di ritrovo dei ragazzi è sotto i binari della ferrovia sopraelevata: e naturalmente il treno simboleggia il desiderio di partire per andare altrove.
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